La Cina continua a crescere e a produrre come nessun altro Stato del Pianeta e lo stesso Pianeta presenta il conto. Un conto salato in particolare in materia di inquinamento atmosferico. Smog, anidride carbonica, biossido di azoto e polveri sottili continuano a essere una seria minaccia per la salute di tutti i residenti e i turisti che affollano le principali aree urbane cinesi. E il governo cinese non sottovaluta il problema, tanto che dopo gli allarmi internazionali è proprio il ministro della Protezione ambientale cinese ad affermare come l’89 per cento delle città (66 su 74) non sia riuscita a raggiungere gli obiettivi di contrasto allo smog.
Dopo alcuni divieti che possono fare sorridere il mondo occidentale, come quello di cucinare all’aperto, ecco che il governo della Grande Muraglia è deciso a intervenire con provvedimenti strutturali che colpiranno probabilmente il traffico privato, ma anche il riscaldamento domestico e industriale, dato che il carbone, combustibile particolarmente inquinante, è ancora molto utilizzato in Cina. A breve verrà lanciato una vera e propria cura da cavallo per combattere lo smog, con un impegno di 8,13 miliardi di dollari. Non è chiaro se questi fondi saranno sufficienti per ripulire i cieli cinesi, che oggi evocano tanto le atmosfere nebbiose della Londra della Rivoluzione industriale. Per quanto riguarda la mappa dello smog cinese, sette delle dieci metropoli più inquinate sono nella provincia di Hebei che circonda la municipalità di Pechino. La città con l’aria più irrespirabile è Baoding, sempre nella provincia di Hebei.