“Con la presente nota si intendono valutare i possibili effetti che una riduzione del 15 per cento dei valori dei rimborsi previsti per le accise gravanti sul gasolio per uso autotrazione potrebbe determinare sui costi sostenuti dagli operatori di trasporto merci su strada e sul gettito per imposte indirette gravanti sul gasolio”. Sono queste le parole che introducono l’analisi realizzata dall’Ufficio studi di Confcommercio per valutare l’impatto che potrebbero avere sul settore dell’autotrasporto e, più in generale sull’economia italiana, le ultime “grandi manovre” ipotizzate dal Governo. Un impatto che si preannuncia devastante, viste le conclusioni a cui sono arrivati gli analisti di Confcommercio, che dopo aver incrociato ed elaborato per decine di volte i dati del ministero dei Trasporti, del ministero delle Sviluppo economico, dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli, del Comitato centrale dell’Albo autotrasportatori, sono giunti a una conclusione che, se non fosse tragica, potrebbe far ridere. Con questa manovra il Governo italiano riuscirà probabilmente a “recuperare” diverse decine di milioni, ma col rischio di perderne cinque, dieci, addirittura venti volte tanto. Già, perché ipotizzando che “a seguito della riduzione dei rimborsi sulle accise, una certa frazione dei viaggi condotti su territorio nazionale e internazionale venga operato con gasolio acquistato all’estero”, scrivono i responsabili dell’Ufficio studi di Confcommercio, “si prevedono, come effetti sul gettito complessivo da Iva e accise sul gasolio, due scenari”. Decisamente inquietanti. “Nella migliore delle ipotesi, corrispondente a una frazione pari al 20 per cento dei traffici nazionali di merce e a una frazione del 20 per cento dei traffici internazionali di merce effettuati con gasolio acquistato all’estero, il gettito da Iva e accise sul gasolio che rimarrebbe alle casse dello Stato italiano risulta pari a 4,9 miliardi di euro, con una perdita di gettito, rispetto allo scenario in cui tutti gli operatori continuino a fare rifornimento in Italia, pari a 1,2 miliardi. Nella peggiore delle ipotesi, corrispondente a una frazione pari al 40 per cento dei traffici nazionali di merce e a una frazione del 100 per cento dei traffici internazionali di merce effettuati con gasolio acquistato all’estero, il gettito da Iva e accise sul gasolio che rimarrebbe alle casse dello Stato italiano risulta pari a 2,1 miliardi di euro, con una perdita di gettito, rispetto allo scenario in cui tutti gli operatori continuino a fare rifornimento in Italia, pari a 4,1 miliardi”. In conclusione, la previsione della riduzione dei rimborsi sulle accise determinerebbe dunque un effetto negativo sul gettito da Iva e accise sul gasolio compreso tra gli 1,2 miliardi e i 4,1 miliardi di euro. E, come tutto questo non bastasse, “il calcolo non tiene conto degli ulteriori impatti in termini di frazione di operatori che si rifornirà all’estero che saranno presumibilmente determinati dall’incremento di 0,02 euro al litro previsto per l’accisa sul gasolio a partire dal 2015”.