Quella innescata da Uber, servizio di noleggio auto on-demand “importato” dall’America e che permette di richiedere un autista privato con un’App, rischia d’essere un’autentica bomba a orologeria che, senza un intervento immediato del Governo, potrebbe far esplodere il mondo dei tassisti e dei noleggiatori d’auto con conducente, soprattutto con l’avvicinarsi dell’Expo. Un intervento obbligato, quello dello Stato, visto che, con le leggi vigenti, il nuovo servizio è fuori legge, considerando che le auto Ncc devono partire dalla rimessa e non possono sostare in giro in attesa del cliente, come “adescatrici”. Il ministero dei Trasporti nei giorni scorsi ha assicurato un intervento a breve: questo è un bene, ma solo a patto che vengano evitate posizioni difformi da parte di chi siede nell’Esecutivo e uscite estemporanee che non aiuterebbero certo. Quello che serve è che il Governo, preposto a tutelare innanzitutto gli interessi degli operatori che lavorano e pagano le tasse in Italia, affronti l’argomento nel suo insieme e definisca norme in linea con le nuove tecnologie senza mettere fuori causa migliaia di operatori che hanno investito la loro vita in entrambe le attività. Se le leggi sono superate si cambiano. Se no cosa ci sta a fare un Governo? Non è più tollerabile accettare quanto accaduto negli ultimi cinque anni, durante i quali anziché definire nuove norme si è continuamente fatto ricorso a proroghe. L’assessore alla Mobilità del Comune di Milano, Pierfrancesco Maran, vorrebbe addirittura vietare sul suolo pubblico il parcheggio ai noleggiatori: a questo punto manca solo che le nuove disposizioni vengano concordate dal Governo direttamente con Uber, che invece è la causa di tutto questo. Ma precise responsabilità esistono anche nelle categorie. La tecnologia, come l’acqua, non si ferma con le mani. Se non vogliono essere spazzati via, tassisti e noleggiatori devono dialogare e trovare le soluzioni che da un lato impediscano comportamenti illeciti e dall’altro realizzino un servizio migliore. E in quanto al Governo, dialoghi con le confederazioni nazionali condividendo soluzioni che abbiano come punto di partenza le sentenze europee e nazionali e come punto d’arrivo un servizio pubblico adeguato alle aspettative dei cittadini. Confcommercio ha elaborato alcune proposte per trovare possibili soluzioni da sottoporre al Governo, chiamato a non commettere un errore imperdonabile: quello di consentire azioni intimidatorie da parte di pochi che non vogliono cambiare nulla.
Paolo Uggé