Abolizione immediata del superbollo e detraibilità fiscale dei costi legati all’utilizzo dell’auto: assicurazione, accise sulla benzina, pedaggi autostradali. Sono queste le misure chieste dagli addetti ai lavori per rilanciare il mercato dell’auto in Italia. Proprio la possibilità di detrarre i costi dell’auto sarebbe, per il presidente di Ford Italia, Domenico Chianese, “un forte incentivo all’acquisto da parte di chi in tempi di crisi e disoccupazione ha accantonato il progetto dell’auto nuova, preferendo portare in officina quella vecchia”.
“Tra l’altro, abbiamo calcolato”, aggiunge Chianese, che è uno dei membri dell’organo direttivo dell’Unrae, “che per lo Stato concedere alle famiglie la possibilità di detrarsi i costi di utilizzo dell’auto sarebbe a costo zero. La spesa sarebbe infatti del tutto compensata dai maggiori introiti, tra Ipt ed Iva, che arriverebbero dalle circa 200mila vetture in più che sarebbero vendute”. Ma la cosa importante, aggiunge Chianese, “è che il Governo dovrebbe decidere di mettere l’auto tra i settori di intervento “prioritari”, visto “l’impatto occupazionale e il suo contributo al fisco del 17 per cento”.
Più sensibili al tema dell’abolizione del superbollo sono invece le case automobilistiche del “lusso”, come l’italiana Lamborghini, il cui presidente, Stephan Winkelmann, sottolinea come ”il made in Italy di eccellenza sia trattato meglio all’estero che in Italia. E questo deve cambiare, perché noi investiamo in questo Paese in tecnologia e diamo lustro e occupazione. Ci aspettiamo quindi un trattamento equo da parte del fisco, e non un clima di caccia alla strega nei confronti di chi guida le nostre vetture”. E l’eliminazione del superbollo, che – come spiega un’agenzia Ansa – ha fatto scendere la vendita delle supersportive in Italia dalle 2000 unità del 2008 alle 400 del 2013, “è certamente un passo importante verso questa pacificazione”. Sulla stessa linea è l’amministratore delegato di Bmw Italia Franz Jung secondo cui “ogni cliente dovrebbe poter comprare l’auto che vuole e non quella che lo Stato vuole per lui”, ricordando che le entrate per lo Stato “erano superiori” prima dell’adozione del superbollo. “Il Governo ha ora la possibilità di mostrare la visione di dove vuole andare l’Italia. Solo così il mercato potrà ripartire”.