Per il terzo mese consecutivo cresce il mercato italiano dell’auto: dopo l’incremento dell’1,4 per cento di dicembre e quello del 3,24 per cento di gennaio, a febbraio la crescita è stata dell’8,59 per cento, pari a 118.328 immatricolazioni. Complessivamente dall’inizio dell’anno le consegne sono state 236.500, il 6 per cento in più dello stesso periodo del 2013. Ma per i concessionari non è il caso di festeggiare. “Non chiamatela ripresa, sarebbe quanto mai inopportuno”, commenta il presidente di Federauto, Filippo Pavan Bernacchi, che parla di rimbalzo tecnico.
Secondo l’associazione dei concessionari italiani “il dato di febbraio è influenzato dal confronto con il pessimo risultato dello scorso anno che aveva fatto segnare un -17 per cento rispetto allo stesso mese del 2012. In ogni caso, ammesso e non concesso che il 2014 mantenga fino a dicembre un incremento dell’8 per cento, chiuderemmo l’anno con 1.400.000 immatricolazioni e da 1.300.000 immatricolazioni del 2013 a 1.400.000 ipotizzabili per il 2014 non cambierebbe nulla. Sono numeri di totale depressione, asfittici e che ci relegano a una posizione che non ci appartiene. Se mutassero le condizioni l’Italia potrebbe tornare a 2 milioni di pezzi”. In particolare, secondo Pavan Bernacchi, “ci vuole un forte segnale di discontinuità rispetto agli ultimi tre governi che hanno emanato tasse, tasse e ancora tasse”.
“È difficile dire se ci troviamo di fronte a un rimbalzo tecnico o se sia iniziata una vera e propria ripresa destinata a prendere corpo nel prossimo futuro”, commenta il Centro Studi Promotor. “È ora necessario”, spiega il Csp, “che il governo vari urgentemente misure che riducano la tassazione sui redditi bassi e medio-bassi”.
Sulla stessa onda l’Unrae. “La propensione spontanea agli acquisti da parte dei privati resta molto bassa, ancora influenzata dal carico fiscale”, dichiara Massimo Nordio, il presidente dell’associazione costruttori esteri in Italia. “Il mondo dell’auto guarda con speranza all’attività del nuovo governo e auspica che sia in grado di rilanciare il lavoro della Consulta Automotive potenziando il dialogo con le associazioni”.
Il numero uno dell’Anfia, Roberto Vavassori, auspica che il positivo segnale di febbraio “si rafforzi nei mesi a venire, fino a chiudere il 2014 finalmente in positivo, dopo sei anni di perdite. Affinché questa speranza si traduca in realtà occorre tuttavia che si realizzino una serie di condizioni di contorno, tra cui la riduzione del carico fiscale che grava sugli automobilisti, soprattutto relativamente alla gestione e utilizzo dell’autoveicolo. In presenza di una tassazione più contenuta, infatti, il mercato ne guadagnerebbe sicuramente in stabilità”.
Tornando ai dati, a febbraio il gruppo Fiat ha immatricolato 33.215 vetture, con una crescita del 7,3 per cento rispetto allo stesso mese 2013. Nei primi due mesi del 2014 le immatricolazioni sono state 66.582, il 2,19 per cento in più dello stesso periodo dell’anno scorso. La quota a febbraio è stabile, pari al 28,07 per cento (-0,34 per cento), mentre nel periodo complessivo è in calo dell’1,06 per cento dal 29,21 al 28,15 per cento. Alle spalle di Fiat c’è il gruppo Volkswagen che passa dal 13,86 al 14,08 per cento, seguito da Psa, Renault, General Motors, Hyunday, Toyota, Daimler, Bmw e Nissan. Nella top ten dei modelli i primi cinque posti sono saldamente mantenuti dal gruppo Fiat (Panda, Punto, Ypsilon, 500 e 500L), seguiti da Golf e Polo della Volkswagen, Citroen C3, Renault Clio e Ford Fiesta.