Può un automobilista rimanere prigioniero di una galleria per due ore, bloccato per oltre 120 interminabili minuti in seguito a un incidente stradale? E può per tutto quel tempo restare “isolato” dal mondo, senza la possibilità di usare il telefonino e avvisare casa, perché parenti, amici non stiano in pensiero? Può accadere tutto questo nel 2013, nell’era delle grandi infrastrutture, delle grandi tecnologie. No, non può accadere, ed è assurdo che non esista un’adeguata informazione per coloro che si spostano sulle strade. A denunciarlo è Paolo Uggè, coordinatore della Consulta nazionale sicurezza stradale del Cnel – Mit, che in una lettera aperta inviata al quotidiano la Provincia di Sondrio è intervenuto in merito alle polemiche scoppiate in seguito alle lamentele di una donna bloccata nella galleria Scoglio, sulla Supestrada 36 fra Lecco e Bellano, teatro di un incidente stradale costato la vita a un motociclista di 50 anni di Varese. “Leggo le rimostranze dell’automobilista rimasta intrappolata per più di due ore in galleria e le trovo appropriate”, scrive Paolo Uggè. “Innanzitutto inadeguato è il sistema di informazione: il fatto che i telefoni cellulari non abbiano campo è per lo meno un disservizio risolvibile. Ai tempi dei campionati mondiali di sci a Bormio la copertura era assicurata su tutto il tratto. Ora no! È quindi mancata una adeguata manutenzione. Perché tacere allora? Le notizie, poi, fornite dai pannelli che indicano le condizioni della strada sono purtroppo assoggettati alle norme della “validazione” dopo la constatazione, affidata alle forze dell’ordine. Nei tempi delle informazioni in tempo reale mantenere in vigore un sistema inadeguato è per lo meno ridicolo. Ma se chi informa tace, non si cambierà mai. Occorre considerare che le forze di polizia non sono in loco e debbono avere il tempo (e la carenza di organico non aiuta di certo) di giungere sul luogo per “validare” l’accaduto. Invece di invocare la santa pazienza, sempre necessaria, non sarebbe meglio che da parte della stampa si attivasse una campagna appropriata di sensibilizzazione sulle condizioni di accessibilita’ alla nostra valle? Se agli ostacoli infrastrutturali (la viabilità di accesso alla valle è spesso coinvolta da blocchi stradali per eventi di varia natura) non si reagisce con un’azione di informazione incalzante che evidenzi la necessita’ di fare qualcosa di utile in breve tempo per uscire da quella che e’ e rimane una penalizzazione oggettiva per la nostra economia e per i nostri giovani, non si promuove sviluppo”.