Lo scandalo dei farmaci trasportati senza rispettare le norme che garantiscono l’integrità dei medicinali stessi, e di conseguenza la salute dei cittadini, con regole ferree in particolare per quanto riguarda le temperature che i mezzi di trasporto devono garantire affinché il prodotto non solo rischi di perdere efficacia, ma possa addirittura diventare pericoloso per la salute, potrebbe far registrare un nuovo caso. Dopo la denuncia fatta dai responsabili della Fai siciliana che nelle settimane scorse hanno addirittura documentato, scattando una fotografia, il trasporto di medicinali nel bagagliaio di una normalissima auto, una nuova segnalazione arriva da Brescia, e ancora una volta per opera di una rappresentante della Fai: Giuseppina Mussetola, segretario provinciale della Federazione autotrasportatori italiani. Una denuncia circostanziata, con tanto di targhe dei mezzi di trasporto coinvolti nel trasferimento di farmaci, che la rappresentante di Fai Conftrasporto ha immediatamente segnalato ai responsabili nazionali della federazione e che nelle prossime ore finirà sulle scrivanie degli uffici Asl e degli inquirenti. “Tutto è successo durante la pausa pranzo, quando nel piazzale della Esselunga vicino a via Volta, dove ha la sede la federazione, si sono fermati tre camioncini bianchi, senza alcuna scritta che si sono disposti in cerchio”, racconta Giuseppina Mussetola. Ad attirare l’attenzione della responsabile della federazione, che nei giorni scorsi era “rimasta colpita leggendo quanto accaduto in Sicilia”, sono state alcune vaschette di plastica di colore azzurro, di quelle che solitamente si utilizzano per il bucato, colme di medicinali e posate sull’asfalto in attesa di essere spostate da un furgone agli altri due. “Vaschette lasciate sotto il sole delle 13, con una temperature superiore ai 35 gradi e con l’asfalto che sotto i piedi bolliva”, sottolinea Giuseppina Mussetola, che ha avvicinato i conducenti dei mezzi chiedendo spiegazioni. “In risposta mi sono sentita dire che era tutto in regola, che uomini e mezzi erano autorizzati per quel genere di trasporto, per la logistica del farmaco, e il tutto mi è stato confermato, al telefonino, da un presunto responsabile che uno dei conducenti di quei mezzi mi ha passato e che ha voluto sottolineare un particolare che, se non fosse preoccupante, potrebbe apparire perfino divertente: lo sconosciuto al telefono mi ha infatti detto che l’importante era che i farmaci passassero da un furgone all’altro rapidamente senza essere lasciati al sole. Proprio mentre io intatto avevo di fronte a me le vaschette abbandonate sull’asfalto bollente”. “La prontezza di spirito della responsabile delle segreteria provinciale di Brescia, che ha annotato i numeri di targa, e alla quale non possiamo che rivolgere un grazie per l’importantissima opera di controllo e di prevenzione fatta in assenza di controlli svolti da chi dovrebbe farli, consentirà di fare i doverosi approfondimenti”, ha commentato Paolo Uggè, presidente di Fai Conftrasporto. ” Di certo questo episodio, seppur tutto ancora da verificare, unito a quello denunciato nei giorni scorsi dal responsabile della Fai siciliana, Giovanni Agrillo, testimonia come, in assenza di controlli, si possano spalancare delle autostrade per persone disposte a chiudere un occhio sulle norme, ferree, che regolano il trasporto dei medicinali. Forse questi signori non sanno (o fanno finta di non sapere) che i medicinali devono essere trasportati su automezzi dotati di un sistema di termoregolazione e che se questo non avviene, che se la temperatura non è adeguata, i principi attivi dei medicinali si alterano, diventando inefficaci, e possono risultare addirittura dannosi per la salute dei cittadini. Farmaci antitumorali o l’insulina, di grande diffusione, se non trasportati a temperatura tra i 2 e gli 8 gradi si alterano. Ma quello che è assolutamente assurdo”, conclude amaramente il presidente di Fai Conftrasporto, è che nonostante la notizia di questo scandalo sia stata pubblicata da diversi organi d’informazione, dal ministero della sanità non sia arrivato alcun segnale. Silenzio assoluto, come se nulla fosse accaduto. Come se ai burocrati della sanità non importasse nulla della salute della gente….”