Non se la possono più permettere. Così gli italiani stanno abbandonando l’auto. “Un fatto inevitabile”, come affermano Adusbef e Federconsumatori, “diretta conseguenza dell’aumento incontrollato della tassazione e del mancato controllo sulla determinazione dei prezzi”. Ed è per questo motivo che gli italiani rinunciano progressivamente all’amata quattro ruote. I presidenti delle due associazioni, Elio Lannutti e Rosario Trefiletti, osservano che “sono questi i risultati negativi e controproducenti dell’incredibile livello della tassazione sui carburanti, più elevata di circa il 14 per cento rispetto alla media Ue”.
“Ma, responsabile della rinuncia di molte famiglie all’utilizzo dell’auto non è solo l’aumento della tassazione: anche i prezzi di benzina e gasolio, ancora al di sopra del livello corretto a cui si dovrebbero attestare, hanno contribuito in maniera determinante”. Le due associazioni rilevano che lunedì 18 febbraio il prezzo della benzina è di circa 1,87 euro al litro, mentre a novembre 2011, a parità di cambio euro-dollaro e di quotazione del petrolio, la benzina costava invece circa 1,60 euro al litro, 27 centesimi in meno (di cui circa 14 per la tassazione). “Questo vuol dire”, concludono Adusbef e Federconsumatori, “che, se il prezzo della benzina fosse adeguato e corretto, ogni automobilista potrebbe risparmiare (al netto dell’adeguamento dovuto all’aumento della tassazione) 156 euro l’anno”. Intanto, come ha spiegato il Centro Studi Promotor, dopo il calo di dicembre continuano a diminuire le entrate fiscali relative ai carburanti. A gennaio, il gettito è calato di 150 milioni di euro, il 5,2 per cento in meno rispetto a un anno fa. “Un dato estremamente preoccupante”, spiegano, “perché conferma l’inversione di tendenza di dicembre scorso quando per la prima volta e in netto contrasto con l’andamento dell’intera annata, il gettito di benzina e gasolio auto aveva fatto registrare un calo di 229 milioni di euro (-7,2 per cento)”. “Gli andamenti negativi di dicembre e gennaio”, spiega il Centro Studi Promotor, “sono dovuti alla contrazione dei consumi legata non solo alla crisi economica, ma anche, e soprattutto, all’elevatissimo prezzo dei carburanti dovuto essenzialmente al carico fiscale. Le imposte sulla benzina infatti sono superiori alla media europea di 23,1 centesimi e quelle sul gasolio di 24,4 centesimi”.