Politiche compiacenti a favore dei tassisti. Con grandi difficoltà per i noleggiatori con conducente. Nell’articolo che ci ha inviato in redazione, Francesco Artusa, vicepresidente di Fai trasporto persone, mette nero su bianco tutti i problemi degli Ncc e fa alcune richieste precise. Una su tutte: “Non metteteci il bastone tra le ruote”.
Poco conosciuti al grande pubblico siamo l’unica concorrenza privata ai taxi. I passeggeri possono prenotare l’Ncc per qualsiasi destinazione concordando una tariffa fissa. La legge 21/92 (purtroppo) ci ha assimilato ai taxi. Questo troppo spesso ha concesso a questi ultimi un certo controllo anche grazie ad una politica compiacente. Il primo e peggiore effetto di questa anomalia è l’impossibilità di creare e sviluppare libere imprese a causa del contingentamento delle autorizzazioni. Tanto per dare un’idea Roma e Milano da oltre 20 anni non indicono bandi per il rilascio di nuove autorizzazioni. Implicitamente è come se volessero raccontare che la domanda di trasporto, negli ultimi 20 anni è sempre quella. Credibile?
Però c’è un aspetto positivo della legge 21, ovvero l’autorizzazione di accedere a qualunque area Ztl o corsie preferenziali in qualsiasi Comune d’Italia (art.11). Questo perché, assimilati ai taxi dalla legge, ci occorre un’autorizzazione rilasciata da un Comune, per conseguirla occorre aver ottenuto il Certificato di abilitazione professionale e l’iscrizione al ruolo provinciale dei conducenti in Camera di Commercio.
A differenza dei tassisti però, non abbiamo tariffe stabilite dalle autorità. Quindi viviamo nel mercato e nella concorrenza. Inquadrati come artigiani siamo assoggettati agli studi di settore, e, sempre a differenza dei tassisti siamo obbligati al rilascio di fattura o ricevuta fiscale. In pratica siamo piccole e medie imprese. Stiamo soffrendo la crisi come tutti e cerchiamo di sopravvivere sperando che questa congiuntura passi il prima possibile.
Mi rendo conto che siamo un’anomalia, imprese private munite di concessione pubbliche, ma la legge non l’abbiamo scritta noi. Voglio solo ricordare nel merito che nel Governo dei liberalizzatori, non solo nessuno ha tolto qualche vincolo nel nostro campo, ma l’allora garante Catricalà che chiedeva l’abrogazione di quell’obbrobrio giuridico, da sottosegretario non ha mai mosso un dito in tal senso come se le cose cambiassero a seconda del punto di osservazione.
Poco male, risolveremo queste questioni alla Corte del Lussemburgo in quanto, fortunatamente, il diritto comunitario è prevalente su quello dei singoli Stati. In attesa che si esprima l’alta Corte, l’accanimento di certe amministrazioni comunali non accenna a fermarsi e davvero non ne comprendo le ragioni. Noi non chiediamo i famosi aiuti alle pmi tanto evocati dai politici a mezzo stampa.
A noi basterebbe che la smettessero di metterci i bastoni tra le ruote. A Roma, la Giunta Alemanno ha presentato tre o quattro ordinanze con l’obiettivo di escludere dalle corsie preferenziali e Ztl tutti gli Ncc che non abbiano l’autorizzazione rilasciata dal Comune di Roma. Il tutto attraverso una serie di obblighi e vincoli assurdi riservati ai non capitolini.
Il Tar del Lazio (e in due occasioni anche il Consiglio di Stato) ha puntualmente bocciato queste ordinanze. La legge è quella che ho citato prima e la Costituzione italiana non consente discriminazioni sulla base del Comune che ha rilasciato l’autorizzazione. Il problema è che andare al Tar costa svariate migliaia di euro di parcelle legali.
Non dico alla prima ordinanza, ma perché alla seconda o la terza ordinanza bocciata la Giunta non paga di tasca sua? Non è uno sperpero di denaro pubblico dovuto a una ossessione? Concludo con la vera ragione che mi ha spinto a scrivervi. In un Paese normale ci si aspetterebbe che la bocciatura di un Tar di una ordinanza comunale scoraggi altre amministrazioni a compiere atti simili. E invece no, tanto gli avvocati del Comune li pagano i cittadini.
E così il Comune di Milano emana un’ordinanza che consente l’accesso alle preferenziali e ztl attraverso la comunicazione della targa agli Ncc con autorizzazione di Milano o del bacino aeroportuale Malpensa. Di tutti gli altri non c’è traccia. Sembrerebbe debbano starne fuori. Ovviamente, al contrario, i taxi sono tutti ammessi indipendentemente dalla provenienza.
Il bacino poi è una creatura strana. Comprende Comuni in provincia di Bergamo e Varese (fino a Luino) e non comprende la stragrande maggioranza dei Comuni in provincia di Milano. Il paradosso è quello di consentire l’accesso a vettori provenienti da 50 e più km di distanza da province diverse da quella di Milano e negare l’ingresso a vettori provenienti da 2 km di distanza in Provincia di Milano.
Eppure c’è una legge che dà disposizioni diverse, ci sono i precedenti del Tar, c’è il diritto comunitario. Tutte bazzecole per la Giunta Pisapia e i tecnici (si fa per dire) al loro servizio. Ci sono troppe auto sulle corsie preferenziali? Loro ci danno un taglio escludendo sia chi non ne ha diritto che chi ce l’ha. Siamo un servizio pubblico escluso dalle Ztl, nelle quali, sempre nella stessa ordinanza, si autorizzano le imprese private con un capitale sociale di almeno 10 milioni. Non è una questione marginale.
La maggior parte dei punti di interesse per la nostra clientela non sono raggiungibili se non si ha accesso alle Ztl. Quindi anche a Milano provano a metterci fuori legge e farci chiudere licenziando i nostri dipendenti. Tra l’altro, l’Ncc è decisamente indispensabile alla riuscita di eventi come la moda o la fiera del mobile. O forse la Giunta e l’assessore Maran pensano di mandare i nostri clienti con le bici?
Purtroppo l’assessore interessato non ha risposto alle nostre osservazioni e temo saremo costretti a ricorrere al Tar della Lombardia. Davanti a leggi precise e a precedenti univoci di Giurisprudenza, mi rammarico che le spese legali del Comune ricadranno sui cittadini e non sugli uomini che si sentono esonerati dal rispetto del Diritto per il solo fatto di aver vinto delle elezioni. Non vogliamo aiuti, ce la facciamo da soli, vogliamo solo la si smetta di perseguitarci. È chiedere troppo specialmente quando si paga oltre il 60 per cento di tasse?
* Vicepresidente Fai Trasporto Persone Conftrasporto/Confcommercio