“Fermate la guerra delle auto”. L’Amoer chiede meno tasse per il settore

“Fermate la guerra all’auto”. È l’appello di Pierluigi Bonora, giornalista e presidente dell’Amoer, l’associazione per una mobilità equa e responsabile che ha promosso a Torino “Missione auto”, una due giorni di dibattiti e incontri, il 5 e il 6 ottobre, sulle possibili vie d’uscita alla crisi. Soluzioni che non possono prescindere da un alleggerimento del carico fiscale specifico che grava sul settore che, come osserva l’associazione, è considerato il “bancomat” dello Stato e il contenitore, ormai colmo, di tutte le tasse possibili. La sofferenza del settore, ha osservato Bonora presentando l’iniziativa, frena lo sviluppo del Paese e ha gravi ricadute sull’occupazione. 

L’eccessiva tassazione, insieme all’azione di criminalizzazione verso l’automobile, hanno infatti prodotto oggi un quadro preoccupante: le vendite di vetture sono tornate ai livelli di una quarantina di anni fa, mentre la crisi ha contribuito alla drastica riduzione dei consumi, in generale, delle famiglie italiane che, alla fine dell’anno, segneranno il calo più pesante dal 1946. Sedi dell’evento torinese saranno il Circolo dei Lettori, uno dei principali luoghi d’incontro del mondo della cultura, e la centralissima piazza Vittorio Veneto che ospiterà le attività per il pubblico. L’assessore regionale allo sviluppo economico Massimo Giordano ha voluto ricordare che comunque la Regione Piemonte sta sviluppando, grazie a un accordo con il ministero della Ricerca, la piattaforma nazionale per la ricerca sull’auto che potrà diventare prossimamente anche una delle piattaforme europee, “vale a dire”, ha spiegato, “uno dei luoghi dove si studia l’auto europea del futuro”. Per la sua realizzazione “sono pronti 40 milioni di euro stanziati dal nostro Governo”, ha detto Giordano, “a cui aggiungerne almeno 60 provenienti dagli imprenditori”. Guido Bolatto, segretario della Camera di Commercio di Torino, ha sottolineato come in Piemonte si concentri il 45 per cento della componentistica italiana e con 19 miliardi di fatturato (+2,3 per cento nel 2011) e una forza lavoro che pur contando ancora 94mila addetti ha registrato una diminuzione lo scorso anno del 4,3 per cento.