“È dei giorni scorsi la notizia di un camionista di Milano che si è tolto la vita per aver perso il lavoro, causa una riduzione di personale decisa dall’impresa presso la quale lavorava. Dalle prime informazioni sembra che l’azienda sia stata costretta alla grave decisione a causa delle difficoltà a marginare i costi sostenuti. Una notizia drammatica, che insinua in molti un dubbio atroce: sarebbe successa questa tragedia se nel nostro Paese fosse stata fatta applicare con rigore la legge sui costi minimi della sicurezza? Se il Governo fosse stato fermo nel dire no a una committenza che si oppone ai costi minimi solo per interessi di bottega spalancando così le porte alla concorrenza più sleale e più criminale, quella che lavora sottocosto perché ricicla denaro sporco?
O, forse, applicando quei costi minimi che sono stati voluti dal Parlamento italiano per garantire più sicurezza sulle strade (fissando un costo al chilometro che consenta realmente di fare manutenzione ai mezzi e impiegare professionisti della guida) si sarebbe davvero potuto evitare il licenziamento impedendo la morte di un uomo?” A porsi l’inquietante interrogativo è Paolo Uggè, presidente nazionale di Fai Conftrasporto, che aggiunge: “Quanti altri licenziamenti e quanti altri possibili suicidi dovremo attendere perché tutti comprendano il reale valore di questa legge? Cosa dobbiamo fare perché chi si ostina a non riconoscere l’importanza di questa norma faccia marcia indietro e contribuisca a farla rispettare? Chiunque si oppone a questa battaglia di civiltà”, conclude Paolo Uggè, “sappia però una cosa: che per Fai Conftrasporto e per decine di migliaia di autotrasportatori seri, il rispetto delle norme sulla sicurezza è irrinunciabile e che ci batteremo in ogni occasione per ottenerne l’applicazione. La mancata applicazione dei costi minimi è una macroscopica e colpevole ingiustizia che rischia di ripercuotersi sui più deboli, spinti addirittura al suicidio da una mancanza assoluta di tutela. E di fronte a simili ingiustizie credo potranno essere giustificate e giustificabili anche le più forti reazioni”.