La sicurezza nei trasporti, i costi minimi stabiliti dalla legge, i tentativi di cancellarli (mettendo a repentaglio la sicurezza stessa sulle strade) sono i temi caldissimi dell’articolo scritto dal presidente di Fai Conftrasporto Paolo Uggè e pubblicato nell’edizione di domenica 25 marzo sul quotidiano nazionale Libero, diretto da Maurizio Belpietro. Ecco il testo, che contiene un durissimo attacco alle Authority che, secondo Paolo Uggè, hanno abusato della loro autorità… “Da tempo Conftrasporto chiede a gran voce un organismo che coordini la politica dei trasporti, della sicurezza, della legalità e della logistica. Un organismo da attivare possibilmente presso la presidenza del Consiglio, in modo da essere più funzionale e meno dispendioso rispetto alla costituzione di un’Authority. Un coordinamento indispensabile, così come lo è intervenire in altri ambiti. Per esempio proprio quello delle Authority.
Dopo le esternazioni degli ultimi giorni (fra cui quella, incredibile, del presidente dell’Agcom che è giunto a dare indicazione di non dare esecuzione all’intero impianto della disciplina sui costi minimi della sicurezza approvato dal Parlamento per garantire la sicurezza e la legalità nelle operazioni di trasporto) deve essere chiarito una volta per tutte che non esiste il libero arbitrio per i presidenti delle Autorità di intervenire con pronunciamenti in conflitto con le attribuzioni assegnate dalla Carta costituzionale al Parlamento e al Governo. Si deve intervenire affermando, in modo chiaro e soprattutto deciso, che il ruolo delle Authority non può prevedere interventi a “gamba tesa” nei confronti di decisioni prese dalle istituzioni. Il potere legislativo è del Parlamento e il Paese lo guida un Esecutivo. Invece abbiamo dovuto assistere a segnalazioni da parte dei presidenti di Autorità che, ritagliandosi spazi non consentiti, hanno investito i panni dei novelli censori e, anzichè limitarsi a evidenziare e segnalare gli atti della Pubblica amministrazione non in linea con le disposizioni di legge, hanno seppellito di critiche leggi volute dal Parlamento, arrivando addirittura a chiedere di non rispettarle. Come si può indurre un funzionario pubblico a sottrarsi al proprio dovere di applicare una legge? Questo è materiale da Procura della Repubblica! E questi sarebbero i garanti! L’intervento più eclatante è sicuramente quello del presidente dell’Agcom, scopertosi acerrimo nemico dell’articolo 83 bis l. 133/08 e, dunque, dei costi minimi della sicurezza. Che il Parlamento li abbia approvati per garantire la sicurezza e la legalità nelle operazioni di trasporto, al presidente dell’Agcom evidentemente non interessa granché, così come sembra fregarsene anche del fatto che sulla validità del principio è intervenuto, il 18 gennaio scorso, anche il ministro Corrado Passera che, di fronte all’aula, ha evidenziato come il Governo “accogliendo un ordine del giorno avesse dimostrato di condividere pienamente la necessità di riconoscere agli autotrasportatori i costi incomprimibili della sicurezza”.
Parlamento e ministro si sono espressi in questi termini per una semplice ragione: perché sentono l’esigenza di operare per garantire legalità e sicurezza. La stessa legalità che il cardinale Ravasi ha definito “valore strutturale di una società e di ogni persona”. Ma il presidente dell’Agcon, allineandosi completamente alle tesi sostenute da coloro che devono riconoscere i costi della sicurezza (la committenza) interviene con un “editto a gamba tesa”, favorendo l’incertezza e avvalorando la tesi che la legge non si debba più applicare. Ma questo non può “avere diritto di cittadinanza” in uno Stato di diritto dove ogni potere dovrebbe muoversi nel proprio ambito e senza invasioni di campo. E lo stesso vale per chi, come l’Authority della concorrenza, è incorsa in un clamoroso errore di valutazione giuridica confondendo, come un pessimo studente dal primo anno di ragioneria, i costi con le tariffe, sostenendone l’incompatibilità in sede comunitaria. Non è così! Il Governo si pronunci. E dica se vuole la sicurezza e il rispetto della legalità e delle regole oppure più morti sulle strade. Le imprese del trasporto sono pronte a difendere in ogni modo il principio indisponibile del rispetto della vita di ogni uomo. Sfidando senza alcun timore quelle Autorità che rivestono un ruolo delicato e importante ma che non hanno più alcuna credibilità nel momento in cui decidono di dimenticare ogni imparzialità facendo proprie le convinzioni degli altri senza aver ascoltato le ragioni della parte avversa. In questo caso Conftrasporto, che aveva richiesto di essere ascoltata…