La logistica è la chiave che in un momento di scarsità di risorse può aprire le porte a nuovi elementi di sviluppo e di risparmio. Uno strumento che, se ben utilizzato, potrebbe tagliare costi addirittura per 40 miliardi di euro, una vera e propria montagna di denaro che si potrebbe recuperare, per esempio, dando compimento ai contenuti del Piano generale del trasporto e della logistica.
Dell’importanza, vitale oggi più che mai, della logistica si è parlato al Centro congressi Stella Polare della Fiera di Milano – Rho in occasione del Forum internazionale della logistica e dell’autotrasporto, che ha richiamato oltre 800 partecipanti e oltre 60 relatori fra cui il ministro dei Trasporti, Altero Matteoli, e il sottosegretario Mino Giachino, presidente della Consulta per la logistica, protagonisti di una giornata d’intenso dibattito. Un fiume di (belle e importanti) parole, alle quali sarebbe ora di far seguire finalmente fatti concreti. Se è vero che il tema dei trasporti è stato oggetto al Senato di mozioni presentate da senatori del Pd e dell’Idv, se è positivo che i partiti, gli esperti e gli uomini di Governo si dedichino ai temi della logistica, è altrettanto vero che ora le dichiarazioni e le parole si devono trasformare in atti concreti e coerenti. Cosa che nella passata legislatura non è avvenuta, portando il Paese a subire il blocco del trasporto.
Fatti concreti che, ci auguriamo, possano anche cancellare alcune evidenti distonie che emergono leggendo le proposte dei senatori. Un esempio? Da un lato si invoca la legge del mercato e dall’altro si chiedono norme antidumping, che contrastino la vendita di merci estere a prezzi inferiori a quelli del mercato stesso. O, ancora, si chiede di garantire maggior sicurezza e contemporaneamente si propone di escludere i vettori nazionali dal pagamento immediato delle sanzioni per quattro casi gravissimi, come il mancato rispetto dei tempi di guida, il divieto di sorpasso, il superamento del limite di velocità di oltre 40 chilometri orari, l’eccedenza di oltre il 10 per cento del carico. Insomma il caos totale, confermato anche dal fatto che mentre si invocano comportamenti rigidi, da “schiena diritta”, nei confronti delle richieste del settore, si usa il blocco indetto da una sola organizzazione, peraltro non riuscito, per dimostrare il disinteresse del Governo. Ma forse qualcuno non sapeva che le richieste, poste come condizione per far rientrare il fermo, in gran parte non erano compatibili con i principi comunitari e del libero mercato… Il Governo sa invece perfettamente che ora le parole non bastano più e che le disposizioni devono essere fatte rispettare, che il Piano della logistica deve divenire vincolante e che la Consulta deve assumere presso la Presidenza del consiglio il ruolo di coordinamento.
Paolo Uggé