Incredibile ma vero. La storia di fine estate, che sembra uscita da un filmettino degli Anni 80 con Alvaro Vitali (anche perché è ambientata in una nota località turistica con un nome facilmente equivocabile) è stata pubblicata sul Secolo XIX. Il quotidiano genovese spiega come le lucciole che battono il marciapiede di corso De Michiel, a Chiavari, chiedano ora 31 euro e 90 centesimi. “Perché il prezzo della “sveltina” – scrive Simone Traverso sul “Secolo” – comprende pure – è sorprendente, ma è proprio così – il costo del parcheggio. Ovvero: le tre banconote da 10 euro finiscono in tasca alla squillo per la prestazione sessuale offerta al cliente, mentre gli spiccioli servono a pagare il ticket nel posteggio di corso Gianelli, oppure alla biglietteria automatica di piazza Leonardi o altri posti auto a pagamento presenti in città, preferibilmente quelli sbarrati, quelli chiusi o recintati, se non addirittura interrati, anche nella vicina Lavagna. C’è naturalmente una logica in una simile scelta: i controlli delle forze dell’ordine si concentrano soprattutto sulle strade principali, per cogliere prostituta e cliente al momento del presunto adescamento, oppure in periferia, per poi contestare eventualmente ai due il reato di atti osceni in luogo pubblico. Così alcune lucciole da un po’ di tempo a questa parte giungono a Chiavari e a Lavagna con la loro automobile, parcheggiano la vettura in un posteggio a pagamento e si dirigono poi sul loro angolo di marciapiede in attesa di un cliente. Quando questo arriva, le squillo hanno già pronta la soluzione per un fugace incontro: ovvero l’utilitaria della prostituta, regolarmente in sosta in un parcheggio. Il più delle volte quello di corso Gianelli, ma succede anche in piazza Leonardi e in viale Devoto, nelle vicinanze di via Ghio e degli uffici dell’Azienda sanitaria locale 4 Chiavarese e a Lavagna, nella zona del porto o alla stazione ferroviaria”. E per evitare spiacevoli incontri con le forze dell’ordine pare che i clienti siano ben felici di pagare il sovrapprezzo.