L’omicidio stradale è un tema di grande attualità, che viene approfondito sul sito dell’Associazione sostenitori amici polizia stradale (www.asaps.it) e sull’ultimo numero della rivista dell’associazione, “Il Centauro”. Se in Italia si discute oggi del tema, infatti, ci sono Paesi europei in cui l’omicidio stradale è già un reato consolidato da tempo nella giurisprudenza. Si tratta in particolare di Paesi anglosassoni (ai quali si aggiungono i Paesi Bassi), che prevedono forme specifiche di reato, e quelli dell’area mitteleuropea, dove invece quello stradale è giudicato come un omicidio involontario. L’Asaps ha così avviato un complesso studio e quelli pubblicati sono solo i primi risultati di un tema che sarà approfondito ampiamente anche alla luce della varie sentenze emesse in Europa e nel resto del mondo. In questo caso, precisano all’associazione: “I Paesi sui quali abbiamo incentrato la nostra ricerca sono tanti e molti stanno rivedendo proprio in questo periodo la propria legislazione interna, ma su una cosa siamo certi: molti sono arrivati prima di noi a dare una qualificazione propria all’omicidio stradale, a ritenere – cioè – che chi toglie una vita conducendo un veicolo, in conseguenza a come lo fa (guidando in maniera sconsiderata, temeraria, sotto l’effetto di alcol o sostanze o per sottrarsi alla cattura di altri reati), non possa essere sanzionato come se avesse commesso semplicemente un errore. Insomma: la soppressione di una o più persone, se avviene in conseguenza di una condotta, in questo caso la guida di un veicolo, oggettivamente preventivabile, può essere considerata solo un fatto riprovevole ed essere sanzionata in tal senso? La risposta non è facile: la pancia ci dice no! Chi uccide perché ebbro, ubriaco (cominciamo a distinguere), drogato o temerario, lo sa che livello di rischio espone la collettività. Come dire: lo sapeva, quindi va giudicato per questo. Una cosa però è la pancia, altra è la legge e, come vedremo, l’assenza dell’elemento volitivo che distingue l’omicidio volontario è diversamente trattata nei vari ordinamenti”. L’analisi dell’Asaps racconta che in Francia il codice penale è molto simile a quello italiano, mentre è diversa la situazione in altri Paesi. “Nel Regno Unito”, si legge, “negli Usa e nei Paesi Bassi, l’omicidio commesso alla guida di un veicolo costituisce una fattispecie di reato ben distinta e disciplinata: si configura quando un conducente guida in maniera pericolosa, definendo con precisione l’aggettivo “pericolosa”. Per esempio quando la velocità è eccessivamente alta, distinguendo circostanze di luogo e di tempo, le condizioni psicofisiche del conducente o lo stato d’uso del veicolo”. Negli Stati Uniti, in particolare, la situazione varia da Stato a Stato con pene particolarmente severe in Louisiana: “qui l’omicidio veicolare è definito come l’uccisione di un essere umano mentre si guida un veicolo a motore, o altri mezzi di trasporto sotto l’influenza di alcool o sostanze proibite. Si arriva anche a 30 anni di carcere”. Chi vuole leggere l’articolo completo può cliccare qui.