“L’autotrasporto italiano deve diventare competitivo, organizzato ed efficiente e noi imprenditori dobbiamo essere gli artefici del cambiamento”. Con queste parole il presidente di Anita, Eleuterio Arcese, ha aperto l’assemblea generale dell’associazione. Puntando il dito contro il sottosegretario ai Trasporti, Bartolomeo Giachino, per la grave situazione di difficoltà in cui versa il settore, Arcese chiede al governo “riforme serie, strutturali e coraggiose”. Secondo il presidente dell’Anita, le risorse stanziate, che hanno raggiunto i 700 milioni di euro, mostrano un limite: “quello di essere generalizzate e di non essere legate a criteri selettivi. Indirizziamole verso un cambio di sistema, coerente con gli obiettivi del Piano nazionale della Logistica, un lavoro importante, che ora deve essere attuato”. Nel corso dell’assemblea, il presidente di Anita si è focalizzato anche sul tema dei costi minimi. “Sbaglia chi crede che i costi minimi possano risolvere tutti i problemi dell’autotrasporto e c’è da augurarsi che non siano fonte di ulteriori inefficienze e criticità per il settore”. Secondo Arcese, “la logica di mettere su piani distinti i contratti scritti da quelli verbali va mantenuta, così come vanno tenuti distinti i costi minimi della sicurezza dai costi di esercizio, tenendo conto delle varie tipologie dei veicoli utilizzati nei diversi settori”. Dunque, no aiuti a pioggia, ma riforme: “dobbiamo ragionare in un’ottica europea – sottolinea Arcese – e pensare alla crescita dell’autotrasporto per renderlo competitivo. Ci troviamo invece troppo spesso, a doverci preoccupare di agitazioni che minacciano la pace sociale perdendo di vista l’obiettivo principale”.