Solo chi è irresponsabile accelera sulla protesta dell’autotrasporto

Riconoscere le difficoltà economiche del momento è ovvio come sostenere che l’acqua bagna. Altrettanto ovvio (oltre che elevato) è il rischio che in simili situazioni l’economia del Paese possa ritrovarsi a fronteggiare azioni di protesta che, in forma spontanea, potrebbero interessare diverse zone se non addirittura l’intero Paese. Un rischio attualissimo nel mondo dell’autotrasporto e destinato ad aumentare vertiginosamente se chi, invece di affrontare la gravità del momento con senso di responsabilità, come stanno facendo le associazioni responsabili del trasporto, sceglierà un’altra strada. Quella della protesta, che porta solo a illudere chi è in difficoltà (e per questo più facilmente preda delle illusioni) e a buttare benzina sul fuoco del  malcontento. Una strada pericolosa, un percorso che va impedito. Le richieste provenienti dal mondo dell’autotrasporto, è bene sottolinearlo, non toccano aspetti di natura economica sui quali il Governo – chi non lo riconosce è in malafede –  ha rispettato gli impegni. In gioco c’è l’applicazione delle normative riguardanti la sicurezza, normative che il Governo ha proposto e il Parlamento ha condiviso. Non siamo di fronte a nessuna reintroduzione di prezzi obbligatori, come denunciano invece rappresentanze della committenza, ma di costi minimi di riferimento della sicurezza, necessari per coinvolgere nella responsabilità coloro che, partecipando a un’operazione di trasporto, non rispettano le regole sulla sicurezza sociale e della circolazione, mettendo in pericolo la sicurezza dei cittadini. Elemento indispensabile sono i controlli, senza  i quali molte imprese  sono attratte  dalla tentazione  di non rispettare le regole, di non coprire i costi della sicurezza. Vanificando così lo sforzo che il Governo ha deciso di compiere nei confronti di un settore non in grado di competere con i concorrenti esteri. Le azioni di protesta minacciate dagli autotrasportatori trovano una giustificazione  nelle sollecitazioni andate a vuoto fino a oggi e nelle reiterate omissioni di chi ha l’obbligo di applicare le leggi dello Stato, ma le federazioni responsabili vogliono evitare di dare attuazione al mandato, che anch’esse hanno ricevuto, di ricorrere a forme di protesta per ottenere che le imprese possano  operare in sicurezza e consentire  ai cittadini di avere un trasporto sicuro. Il Governo deve però fare la sua parte, smettendo di  proseguire  con interventi scoordinati e delegittimanti che possono portare solo a evoluzioni ingestibili di cui  il Paese non ha bisogno. La soluzione è una sola: far  rispettare le regole, scelta che consentirebbe anche di  combattere le forme di criminalità che possono sfruttare le emergenze del momento, favorite proprio dalla mancanza di controlli. Le imprese hanno fiducia che il Governo non voglia favorire l’illegalità e per questo ne sollecitano un urgente intervento.

Paolo Uggé