Matteoli: “È difficile tornare al trasporto delle merci su ferrovia”

“Non me la sento di prendere un impegno forte sulla funzionalità delle ferrovie nel trasporto merci”. Lo ha detto il ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Altero Matteoli, in audizione in commissione Lavori pubblici del Senato aggiungendo che “è difficile tornare al trasporto su rotaie”, soprattutto dopo averne parlato anche con alcuni omologhi ministri europei. Matteoli ha detto di credere “molto nelle autostrade del mare e non averle incentivate in questi anni è stato sbagliato”. Comunque, ha rilevato, “pedaggiare alcune strade può favorire” il trasferimento del trasporto delle merci. Le parole di Matteoli hanno immediatamente provocato una serie di reazioni. Assoferr, l’associazione degli operatori ferroviari e intermodali, ha espresso “profondo sconcerto e preoccupazione” per le frasi del ministro dei Trasporti. “Speriamo in una pronta rettifica da parte del ministro poiché, in una situazione in cui le ferrovie merci hanno già perso 24 milioni di treni/km in tre anni, si tratterebbe di una totale resa verso la necessità di un riequilibrio modale necessario invece per dare al Paese un sistema logistico e trasportistico moderno ed ecologicamente sostenibile. Assoferr auspica al contrario un impegno forte da parte Governo nel completamento del processo di liberalizzazione del mercato ferroviario e nella creazione di tutte le condizioni che lo rendano effettivo, con ogni necessaria garanzia di trasparenza e sicurezza”.
Anche Giacomo Di Patrizi, presidente di FerCargo, l’associazione che riunisce le imprese private italiane di trasporto ferroviario merci, ha risposto alle parole di Matteoli: “Siamo sorpresi e increduli”, ha detto Di Patrizi, “di fronte alle parole pronunciate dal ministro dei trasporti Altero Matteoli. Dire che il trasporto merci su ferro è una modalità da abbandonare è antieconomico, miope dal punto di vista ambientale, ed è senza dubbio un danno per il sistema logistico del Paese e per le strade italiane, già al collasso. Il ministro ha deciso di smentire se stesso, non si spiega altrimenti perché negli ultimi due anni abbia sempre sostenuto il contrario di quanto dichiarato ieri (mercoledì, ndr)”, afferma Di Patrizi, sottolineando che “a differenza dell’Italia, Paesi come Francia, Svizzera e Germania, stanno investendo pesantemente nel trasporto su ferro, registrando tassi di crescita notevoli, anche del 15 per cento annuo. E questa è esattamente la direzione indicata dall’Unione Europea. Ci auguriamo che quanto dichiarato dal ministro non si traduca in atti e azioni concrete verso lo smantellamento del sistema ferroviario del trasporto delle merci: sarebbe devastane non solo per il comparto, ma soprattutto per l’industria, l’ambiente, e per la competitività dell’intero sistema Paese”.