Arriva una nuova tassa per i mezzi commerciali diretti nel centro storico di Como. La pagheranno i proprietari di veicoli di peso superiore ai 50 quintali. Una stazza che dovrebbe escludere dal pagamento i classici furgoni di piccole e medie dimensioni, mentre non avrebbero scampo i camion che peraltro sempre più frequentemente attraversano le anguste vie della città murata. “Con i proventi potremo finanziare i costosissimi lavori di sistemazione della pavimentazione storica del centro, in alcuni punti distrutta proprio dai mezzi pesanti”, ha spiegato il sindaco Bruni aggiungendo che nel documento verranno inseriti “vantaggi per i mezzi ecologici, in modo da favorirne l’utilizzo da parte di corrieri e fornitori degli esercizi compresi nella Ztl, la zona a traffico limitato”. Così, forse, potrà decollare anche il servizio “Merci in centro” della Como servizi urbani, ora al palo. La tariffa per i mezzi sopra i 50 quintali non è ancora stata decisa, e le ipotesi sono le più disparate: dai 10 ai 50 euro a ingresso. È prevista, inoltre, una restrizione sugli orari per la circolazione in centro (la finestra dovrebbe essere tra le 10 e le 11 del mattino, ora entro la quale si dovrà tassativamente uscire dalla Ztl) oltre ad altri vincoli specifici per il sabato. Multe salate in arrivo, poi, per i mezzi che bloccheranno o ostacoleranno la circolazione. “I residenti non devono temere assolutamente nulla. Il pedaggio per entrare in centro riguarderà esclusivamente i mezzi commerciali”, rassicura l’assessore alla Mobilità del Comune di Como, Stefano Molinari. Per quanto riguarda i mezzi commerciali sotto i 50 quintali di peso, in futuro i proprietari dovranno versare una cifra, ancora da stabilire, che garantirà l’accesso al centro storico per 12 mesi”. Sulle cifre, per ora, l’assessore Molinari non si sbilancia. “Stiamo ragionando su come arrivare a stabilire una somma equa “, osserva. “Non so dire se saranno 50, 100, 200 euro oppure di più o di meno”. Proposte ancora in parte da definire, ma soprattutto proposte che che lasciano perplessi commercianti e gli artigiani, e in particolar modo i padroncini. “A priori non posso dirmi contrario a un ragionamento complessivo per prevedere un monitoraggio costante sugli ingressi in centro a garanzia della vivibilità della città”, spiega Alberto Bergna, segretario della Confederazione nazionale dell’artigianato per la Provincia di Como, ” ma mi vedo costretto a essere contrario, perché non è questo il modo corretto di fare e di agire. Gli amministratori avrebbero dovuto convocare attorno a un tavolo le persone coinvolte da questo problema e, semplicemente, discuterne assieme. Avremmo potuto litigare, ma forse anche uscire con una proposta condivisa. Invece, ancora una volta, si creano dei muri e degli sbarramenti, e le cose vengono portate a conoscenza in un modo che non reputiamo consono. Tra l’altro, mi preme sottolineare anche come tutti noi siamo comaschi e, ovviamente, abbiamo a cuore il bene della nostra città”. Sulla stessa lunghezza d’onda è Giorgio Colombo, segretario generale della Confartigianato di Como: “La nostra opinione su questa proposta è già stata anticipata dalle battaglie fatte nei confronti della Regione Lombardia per gli ingressi a pagamento e le domeniche ecologiche. Non mettiamo in dubbio che la città murata debba essere preservata. Ci mancherebbe altro. Ma un conto è regolamentare gli ingressi, un altro far pagare anche una tassa. E faccio presente che tutti gli artigiani hanno già gli ingressi e le soste in centro storico regolamentate. In questo momento di difficoltà, un ulteriore obolo non potrebbe essere sopportato. Comunque, prima di una sentenza definitiva, vogliamo capire meglio la proposta, poi sederci attorno a un tavolo e discutere”. “Bisogna valutare bene quello che in Comune hanno in mente di fare”, dice infine Giansilvio Primavesi, presidente di Confcommercio Como. “Se servisse effettivamente a migliorare la situazione della circolazione dei mezzi in città murata mi potrebbe anche andare bene, compreso il pagamento della tassa. Vogliamo però anche capire se è questo il vero obiettivo oppure se l’intento è solo quello di fare cassa. In quest’ultimo caso non potremmo che opporci”.