Ci sarà questo pomeriggio alle 15 l’ultimo tentativo per scongiurare lo sciopero dei distributori di benzina. Il sottosegretario Stefano Saglia ha infatti convocato un tavolo al Ministero dello Sviluppo economico per cercare una mediazione dopo il fallimento delle trattative di mercoledì scorso. Intanto la benzina torna a correre, sfiorando 1,4 euro al litro. La settimana si è infatti aperta con nuovi rialzi, sia per la verde, sia per il diesel, proprio mentre gli automobilisti si affrettano a riempire i serbatoi in vista dello sciopero che scatterà mercoledì mattina (martedì sera alle 22.00 in autostrada). Dalle 7.30 del 15 settembre i distributori cittadini rimarranno chiusi fino alle 7.00 di sabato 18, a meno che il governo non riesca a scongiurare la serrata sul filo di lana.
Lo sciopero è stato proclamato per protestare contro la politica di governo e imprese petrolifere, che, affermano i gestori, tendono a ridurre il numero di impianti serviti presenti sul territorio. L’accusa rivolta alle compagnie è quella di “abbandonare gli investimenti e smobilitare, nonché di scaricare duramente sull’anello finale della filiera tutte le contraddizioni del sistema”, sottolineano i sindacati di categoria Faib-Confesercenti, Figisc-Confcommercio e Fegica. Non solo, con la bozza di ddl presentata dal governo, spiega il presidente della Figisc, Luca Squeri, si punta a introdurre su larga scala i cosiddetti “impianti ghost”, fantasma, dotati solo di una pompa per la verde e una per il diesel, oggi presenti unicamente nelle zone disagiate del Paese. “Così si mira non a una rete europea”, afferma, “ma a una rete africana”. Il rischio, denunciano i sindacati, è che “25.000 gestori e 75.000 addetti agli impianti perdano diritti e lavoro”.
Lo sciopero durerà tre giorni, a meno che non si riesca a trovare un compromesso soddisfacente. Nell’attesa ad automobilisti e motociclisti converrà comunque fare il pieno, anche se, come dicevamo, sono scattati nuovi rincari che negli impianti della Shell hanno portato la verde a un massimo di 1,399 euro e il gasolio a 1,274. Aumenti che fanno insospettire le associazioni dei consumatori: lo sciopero, osservano polemicamente Adusbef e Federconsumatori, “non solo comporterà gravi disservizi per i cittadini, ma determinerà anche ricadute speculative, come sempre accade, in vista della chiusura degli impianti”.