I dubbi della Corte dei conti,
ancora ritardi per il Terzo valico

Nonostante il via libera del governo e del Cipe sul finanziamento delle opere per il Terzo valico, che permetterà il collegamento del Porto di Genova con l’area Padana, attraverso il superamento della barriera naturale degli Appennini, i dubbi della Corte dei conti sul sistema di finanziamento dei lavori stanno determinando un ritardo e un’incertezza sull’avvio effettivo dei lavori, che si riflette inesorabilmente sul calendario di consegna. “È inspiegabile questo ritardo della Corte dei conti, che non si può attribuire al Governo”, ha dichiarato il senatore Luigi Grillo, da sempre sostenitore dell’opera. “Non si può pensare che successivamente al via di un finanziamento per un’opera, siano necessari quattro o cinque mesi prima che la cifra sia effettivamente spendibile”. Al di là delle operazioni burocratiche di “registrazione” delle delibere e quant’altro, il ritardo giudicato ingiustificabile sembrerebbe imputabile al fatto che la Corte dei conti abbia esternato dubbi sul sistema di finanziamento individuato dall’esecutivo che, preoccupato per l’impatto finanziario, ha “spalmato” negli anni  gli stanziamenti complessivi necessari per l’opera – circa 5 miliardi di euro – rendendo disponibili unicamente 500 milioni.
Eppure non dovrebbero esserci incertezze al riguardo, visto che lo stesso meccanismo di finanziamento è stato già adottato e licenziato per un’altra opera infrastrutturale importante, ossia la Treviglio-Brescia. Per il senatore Grillo i dubbi non sono, quindi, sulla fattibilità dell’operazione, ma altri. Nel frattempo, nonostante l’avvio dei lavori costituirebbe una risposta davvero concreta alla crisi economica e del lavoro, tutto rimane fermo. E poi la burocrazia non aiuta: infatti dopo la conclusione dell’iter alla Corte dei conti, occorrerà ancora un decreto interministeriale per poter utilizzare finalmente i primi 500 milioni.