Ultima chiamata per il Corridoio 5, entro 20 giorni si decide sulla Tav

Ha tutte le caratteristiche di un’ultima chiamata per il Corridoio 5, il collegamento che, partendo da Lisbona, dovrebbe collegare Lione e Torino e poi raggiungere Trieste e l’Ucraina. Mancano solo 20 giorni al via ufficiale dell’opera, che se non avverrà comporterà sanzioni per l’Italia verso l’Ue e la Francia oltre che il ritiro di tutti i fondi europei.
“Se infatti entro il 31 di questo mese non partiranno i «carotaggi», i primi sondaggi per valutare le caratteristiche del suolo, allora sarà impossibile consegnare le linee guida alle due società che dovranno a loro volta completare il progetto preliminare entro fine giugno – scrive oggi La Stampa in un articolo a firma Francesco Manacorda. La conseguenza di un nuovo stop? L’Unione europea, che già segnala la Torino-Lione fra i progetti più in ritardo, ritirerà i fondi concessi – fino ad ora poco meno di 700 milioni per la parte internazionale dell’opera – costringendo anche il governo italiano a pagare indennizzi alla stessa Ue, ma anche alla Francia. E in buona sostanza i lavori per la linea veloce che dovrebbero partire nel 2013 per concludersi nel 2023 resteranno sulla carta”.
“Esercizio utile, allora – prosegue La Stampa – quello di immaginare l’Europa del 2030 – quella dove vivranno e lavoreranno anche i nostri figli oggi ancora bambini – senza la Torino-Lione. Una catastrofe? Per l’Europa non necessariamente. L’asse Parigi-Strasburgo-Stoccarda-Vienna-Bratislava potrà allungarsi fino a Budapest e da qui verso l’Est. E la stessa Parigi sarà collegata ai porti olandesi e a Lisbona, assicurando così una linea ferroviaria veloce che taglierà orizzontalmente il Continente seguendo in parte il corso di Reno e il Danubio”.
E in Italia? Il Bel Paese perderebbe l’occasione più unica che rara di mettere sui treni un milione di Tir. “Più catastrofici, invece, gli effetti per l’Italia – dice La Stampa. I dati dell’osservatorio confindustriale sulla Tav spiegano ad esempio che grazie alla Torino-Lione il trasporto merci tra Piemonte e Francia potrebbe passare dai 6 milioni di tonnellate l’anno attuali a 40 milioni trasferendo anche circa un milione di Tir su rotaia. Senza quei 257 chilometri della Torino-Lione il Nord-Ovest ferroviario rischierebbe invece di diventare una sorta di buco nero nella mappa infrastrutturale – su cui si disegnerà anche la mappa economica – dell’Europa tra vent’anni. Un buco nero i cui effetti si irradierebbero tutt’attorno. Nel transito dai porti tirrenici verso Est e da quelli adriatici verso Ovest, ad esempio, come proprio su questo giornale ha ricordato ieri Paolo Costa, presidente dell’Autorità portuaIe di Venezia e in passato ministro dei Lavori pubblici con Prodi. Ma anche nella mancata integrazione con l’asse dell’alta velocità Nord-Sud che collegherà Amsterdam, Parigi e Milano. Fatte le debite proporzioni basta pensare a come sarebbe il nostro presente ferroviario se un secolo e mezzo fa, era il 1857, Cavour avesse deciso di soprassedere sulla pur difficilissima costruzione del traforo ferroviario del Frejus”.