“…. perché la Meloni a questi cavolo di Tir non gli insegna a camminare sulle strade, siamo il Paese che sta sulle autostrade dove possono sorpassare in seconda corsia…. muoiono decine centinaia di persone per questo …”. Così parlò Michele Santoro, ospite di Giovanni Floris nella trasmissione televisiva “Di martedì” dedicata, nella puntata dell’8 ottobre, alle prospettive economiche per l’Italia. Affermazioni che non sono piaciute a moltissimi rappresentanti della categoria stanchi di essere tacciati come “tirroristi delle strade” quando ci sono dati statistici, ufficiali, precisi a raccontare tutta un’altra verità. Ovvero che in Italia se c’è un dato, relativo alla sicurezza stradale, che vede il segno positivo, con meno incidenti e vittime, è proprio quello degli incidenti che vedono coinvolti mezzi pesanti che trasportano merci. Una verità incontestabile, dati alla mano, come commenta Giuseppe Cristinelli, presidente della Fai (federazione autotrasportatori italiani) di Bergamo, invitando chiunque a “ripassare” i dati contenuti nel rapporto stilato da Asi-Istat presentato a luglio 2024, che indica come nel 2023 il dato sugli incidenti che ha visto coinvolti i mezzi pesanti abbia visto il numero delle vittime scendere del 22,9 per cento rispetto all’anno precedente E, soprattuto, come “rispetto a una percentuale di incidenti con coinvolte auto del 67,5 per cento e con moto del 12,8 per cento, quella che vede interessati mezzi pesanti adibiti al trasporto merci scende al 6,4 per cento”, conclude Giuseppe Cristinelli. “Certo, l’impatto”, a partire da quello mediatico, di un incidente che vede coinvolto un tir è molto più grande – direttamente proporzionale alle dimensioni, verrebbe da dire – rispetto a un incidente con coinvolte solo auto, ma questo non deve far vedere una realtà diversa da quella che è. E chi fa comunicazione dovrebbe saperlo meglio di molti altri. Così come dovrebbe sapere, a proposito del sorpasso in seconda corsia, che è previsto dal Codice della strada, strumento normativo che vale per i conducenti di tir così come per automobilisti e motociclisti. A volte basterebbe documentarsi per evitare di fare affermazioni sbagliate, magari dipingendo come “criminale” una categoria che invece ogni giorno fa sacrifici pesantissimi per garantire che l’intero Paese possa “girare” normalmente…”.