Centottantotto milioni e mezzo di euro in contravvenzioni, 51 milioni in più rispetto allo scorso anno. È come se ogni abitante di Milano, bambini compresi, versasse una tassa di 134 euro l’anno al Comune. Il sospetto che le multe servano a far cassa e a mettere a posto il bilancio comunale è a questo punto molto più che un sospetto. A denunciarlo non è un’associazione di categoria o una testata giornalistica, ma l’ex ministro alle Infrastrutture e Trasporti Maurizio Lupi, secondo il quale quei dati sulle multe “sono da incubo”. “Metà di questi soldi li usiamo per la sicurezza delle strade” è stata la tesi sostenuta dalla “difesa”, affidata a Marco Granelli, assessore alla Sicurezza e coesione sociale, Polizia locale, Protezione civile che non ha fatto che surriscaldare ulteriormente l’ex ministro: “E vorrei vedere, lo impone la legge. Ma la legge non dice che la sicurezza stradale debba essere finanziata a suon di multe. Se tutti i cittadini diventassero virtuosi, ed è quello che ogni amministratore si dovrebbe augurare, e non facessero più infrazioni, il Comune azzererebbe gli interventi per la sicurezza? I numeri abnormi delle multe testimoniano come la città sia stata governata con un approccio vessatorio nei confronti degli automobilisti considerati sempre di più come limoni da spremere”.