Cinque miliardi di dollari: è questa la cifra del danno che l’eruzione del vulcano islandese ha provocato all’economia mondiale. I sei giorni di chiusura dei cieli europei ad aprile che hanno provocato numerosi disagi ai viaggiatori sono costati cari, anzi carissimi, alle compagnie aeree: per loro il danno è stato quantificato in 1,8 miliardi di dollari. “È stato un pasticcio non coordinato e un campanello d’allarme per tutti: senza collegamenti aerei la vita moderna è impossibile”, ha detto il numero uno della Iata, Giovanni Bisignani, alla 66ª assemblea generale a Berlino. Continua a leggere