Il Piemonte è sceso in campo (ma sarebbe meglio dire in strada) per affrontare il “caso” delle app, come Uber o Blabla car, che consentono a chiunque di ospitare sulla propria vettura passeggeri senza dover dimostrare di essere un professionista della guida (ne tantomeno dover dimostrare di avere la fedina penale pulita o di non fare uso di droghe o alcol). Lo ha fatto organizzando un incontro a palazzo Lascaris, sede della Regione, con i rappresentanti dei tassisti, per comprendere le esigenze del settore e della sua eventuale riorganizzazione alla luce dei nuovi servizi ‘app’, e per ascoltare le loro proposte, riassumibili in poche parole: “regolare il mercato e riappropriarsi delle competenze sulla normativa di riferimento, ora in capo alle province”. Continua a leggere