C’è differenza se a investire e uccidere una persona è stato un conducente ubriaco o sotto l’effetto di droga, oppure uno che stava guidando a tutta velocità mettendo in pericolo la sicurezza altrui? Un conducente che sorpassa dove non esiste visibilità o che attraversa un incrocio col semaforo rosso e ammazza una persona è forse meno colpevole? Bastano queste poche domande per dimostrare quanto delicata sia la questione dell’introduzione del reato di omicidio stradale. Una delicatezza testimoniata sia dalla recente sentenza della Cassazione (secondo la quale con le leggi attuali il dolo eventuale per morti provocate da comportamenti altamente pericolosi alla guida è inapplicabile), sia dal fatto che nonostante dal febbraio 2014 il presidente del Consiglio Matteo Renzi avesse dato per certa l’introduzione dell’omicidio stradale, nulla è stato fatto. Continua a leggere