Make love, not war: fate l’amore, non la guerra. Non era neppure nato (sarebbe venuto al mondo solo una decina d’anni più tardi) Giovanni Andrioletti quando quella frase ha cominciato a fare il giro del mondo, prima sulle spille distribuite dagli attivisti alle manifestazioni contro la guerra in Vietnam, e poi su ogni capo d’abbigliamento, dalle T-shirts ai maglioni e ai jeans, dalle giacche alle scarpe e alle cinture. E non sa neppure chi, fra coloro che si sono attribuiti la paternità di quel motto, sia il vero autore. Di certo però sa che quello slogan viaggerà per sempre su uno dei camion della sua flotta, dopo essere stato scritto a caratteri cubitali sul portellone posteriore prima che quel tir, carico di viveri destinati ai profughi, partisse per la Romania, per consegnarli ai responsabili di due associazioni che hanno già dato accoglienza, dall’inizio della folle guerra scatenata da Putin, a centinaia di profughi ucraini. Continua a leggere