Può, in un momento di crisi economica pesantissima, il Governo italiano chiedere a un’impresa di autotrasporto di perdere duemila euro l’anno per ogni suo mezzo? La risposta evidentemente è no, perché questo, nella situazione in cui si trovano praticamente tutte le imprese italiane, significherebbe per molte di loro la chiusura dell’attività. Eppure perdere duemila euro per ogni mezzo è quello che il Governo ha proposto di fare, con un disegno di legge sulla stabilità in cui si prevede di ridurre il recupero dell’accisa sul gasolio. Una manovra folle, di fronte alla quale Conftrasporto, in linea con le decisioni assunte da tutte le federazioni responsabili del settore, non ha potuto che ribadire il fermo nazionale dell’autotrasporto come scelta inevitabile qualora il Governo non facesse dietrofront, evitando così un danno non solo per l’autotrasporto ma per i sistemi produttivi e i cittadini. Continua a leggere