Le più importanti imprese di autotrasporto italiane costrette a fuggire all’estero, migliaia di dipendenti rimasti in Italia senza più un lavoro e destinati ad andare ad allungare la già chilometrica lista di cassintegrati, migliaia di piccole imprese rappresentanti l’indotto (basti pensare a officine meccaniche carrozzerie, gommisti….) rimaste senza commesse e costrette a loro volta a chiudere. E’ uno scenario da incubo quello che si prospetta nel mondo dell’autotrasporto italiano se il Governo non dovesse intervenire, in tempi rapidissimi, con una manovra mirata per aiutare un settore ormai sull’orlo del collasso. Dopo l’allarme lanciato ieri da Eleuterio Arcese, imprenditore a capo dell’omonimo gruppo che vanta una flotta di oltre mille mezzi pesanti e altrettanti dipendenti nel nostro Paese, pronto ad abbandonare l’Italia (“dove non esistono più le condizioni per poter lavorare senza essere sopraffatti dalla concorrenza straniera e da quella fuorilegge”, ha dichiarato senza mezzi termini) per trasferire ogni attività oltre confine, oggi Luciano Bergadano, a nome del gruppo Gavio, un altro colosso dell’autotrasporto italiano (oltre 1500 mezzi pesanti e più di 3000 dipendenti) ha confermato la possibilità che anche il suo gruppo si possa trovare costretto a valutare l’ipotesi di trasferire l’attività all’estero. Continua a leggere