Navi sempre più giganti in arrivo nei mari, ma non nei porti italiani

venezia-mediaNavi giganti? No grazie. È questo il titolo scelto dai responsabili della comunicazione di Confcommercio per sintetizzare quanto emerso dal convegno “Il confine dei giganti” organizzato da Federagenti per “navigare” alla scoperta del presente e soprattutto del futuro dei porti italiani. Un convegno che ha confermato come solo pochi porti italiani siano in grado davvero di ospitare cargo capaci di trasportare, lungo le autostrade del mare, fino a 15mila container e come nessuno scalo, invece, possa consentire l’ingresso di navi lunghe quattro campi di calcio di San Siro, larghe 60 metri e con uno scafo immerso per oltre 17 metri. In altre parole i nuovi colossi capaci di ospitare 21mila container. Continua a leggere



Merci via mare, Italia a picco: 18 giorni per l’import/export, siamo i peggiori d’Europa

L’Italia è il Paese peggiore d’Europa per quanto riguarda il tempo medio necessario per l’import/export via mare: in media un cargo impiega più di 18 giorni per entrare o uscire dal Paese. È uno dei parametri che posiziona l’Italia nella coda dello “scoreboard” della Commissione europea che misura le performance delle varie nazioni nel settore dei trasporti. L’Italia è quart’ultima, trascinata a picco non solo dai tempi per l’import/export via mare, ma anche dalle infrazioni aperte, dal traffico e dalla bassa soddisfazione dei consumatori. Peggio di noi soltanto Grecia, Polonia e Romania. Continua a leggere



Le pecche del Piano dei porti. Russo: “Bacini più profondi per le grandi navi”

“Il Piano dei porti? Contiene un sacco di dati ma manca di due informazioni fondamentali. La prima: quali sono i tempi per fare questa riforma? Quando passeremo dalle chiacchiere ai fatti? La seconda: il dragaggio dei porti. È possibile che il Governo non abbia ancora capito che bisogna togliere due metri di sabbia dai bacini di approdo e che non ci occorre invece trovare più spazio sulle banchine? Perché se non arrivano le grandi navi che hanno un pescaggio maggiore, visto che l’acqua in porto non è sufficientemente profonda, è inutile avere più spazio sui moli”. A mettere sul banco degli imputati la riforma dei porti italiani, formulando due capi d’accusa ben precisi, è stato il segretario nazionale di Conftrasporto, Pasquale Russo, intervenuto al convegno “L’Italia disconnessa” organizzato nella sede nazionale di Confcommercio. Continua a leggere



Il porto di Trieste non si ferma più. Monassi: “Prospettive di ulteriore crescita”

Sono i numeri a certificare il crescente successo del porto di Trieste. Dopo un 2013 di grandi risultati, anche il 2014 è iniziato con il piede giusto. Nel primo trimestre, dicono i dati, lo scalo ha lavorato 110.678 Teu (+2,5 per cento sullo stesso periodo 2013). Nel 2013, dopo un biennio 2011-2012 di graduale ripresa, il porto triestino aveva rafforzato la propria posizione in termini di volume complessivo di merci in transito, con 56 milioni di tonnellate (+15,11 per cento) che vale la prima posizione a livello nazionale e la decima tra i primi 20 grandi porti d’Europa. Continua a leggere



I porti al nuovo governo: “Cambiare rotta, servono provvedimenti urgenti”

Autonomia finanziaria, coordinamento globale di tutte le funzioni in porto, semplificazione burocatica, autorità di sistema logistico e sistemi multi porto. Sono queste le priorità che i porti italiani chiedono al nuovo governo e al nuovo parlamento. La richiesta è quella di “cambiare rotta” per quanto riguarda le politiche adottate finora per il sistema portuale italiano. In una nota, Assoporti, l’associazione dei porti italiani, sottolinea che il 54 per cento dell’import-export del sistema Paese passa attraverso i porti. Grazie a questo dato, i porti italiani si collocano al terzo posto in Europa per movimentazioni merci, al 2° posto per traffico passeggeri, e al 1° posto per numero di crocieristi.  Continua a leggere



Arriva il primo traghetto a gas naturale liquefatto: emissioni ridotte del 40%

Un traghetto a gas naturale liquefatto, in grado di ridurre le emissioni di Co2 fino al 40 per cento. È quello che potrebbe solcare presto il Mediterraneo grazie a un accordo stipulato tra Rolls-Royce e la società armatrice Lauro Shipping. “Con questo accordo”, si legge in una nota, “per la prima volta una società armatoriale utilizzerà il sistema Environship per un’unità passeggeri. Questa intesa segue quelle concluse per la fornitura di navi cargo che beneficiano della tecnologia Rolls-Royce che ridurrà le emissioni di Co2 fino al 40 per cento rispetto alle unità simili con propulsione diesel”. Continua a leggere