Nel giorno in cui l’Italia celebra la data della “liberazione”, dell’appello all’insurrezione generale in tutti i territori ancora occupati lanciato il 25 aprile del 1945, verrebbe da lanciare un altro appello. Quello rivolto a tutti gli operatori del mondo dell’autotrasporto (e più in generale a tutti i lavoratori) che si sentono vessati e talvolta vilipesi dai comportamenti, a dir poco irritanti, di chi, nell’interesse del Paese, dovrebbe occuparsi più seriamente di questo (così come di altri) settore vitale per l’economia del Paese. Mettere sullo stesso piano un evento storico di quella portata, pur portando il massimo rispetto per coloro che ci liberarono dal nazifascismo, e la situazione di oggi determinata da incapacità o disinteresse (o entrambe le cose) potrebbe sembrare un’assurdità, ma il fatto è che non se ne può più. Un appello-provocazione, frutto di una serie di episodi capaci di portare all’esasperazione chiunque. Continua a leggere