“Se io rispetto il mio orario, che sulla Milano-Mantova è di 3 ore e 40 minuti, guadagno meno di chi accumula ritardo. Peggio, se io arrivo in anticipo mi vengono decurtati 20 centesimi al minuto. Morale, al netto dei guasti, che pure si verificano, è capitato che qualche collega rallentasse apposta la marcia. Casi isolati, certo, però è successo. Con questo non è che voglia gettare la croce addosso ai colleghi, ma solo sottolineare l’incoerenza del contratto”. Parola di uno dei tre macchinisti di Trenord che sulla Gazzetta di Mantova (clicca qui) denunciano i paradossi di un “contratto alla rovescia”. In pratica chi arriva in ritardo guadagna di più, per la “felicità” dei pendolari. Continua a leggere