Giancarlo Radice, per gli amici Gianky. È lui il nuovo “testimonial” del mondo dell’autotrasporto italiano, il volto del camionista che forse meno ci si aspetta, o che almeno non si aspettavano di trovarsi di fronte, sul piccolo schermo, moltissimi telespettatori per i quali il camionista è spesso stato sinonimo di persona di poca cultura, di poca sensibilità. A mostrare l’altra faccia di una professione che per molti si riassumeva nell’equazione “tanti muscoli più poco cervello più poster centrale di una rivista a luci rossa in cabina uguale camionista” è stata la trasmissione Inarrestabili, mandata in onda da La 7 e condotta da Marco Berry. Continua a leggere
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Inarrestabili: Marco Berry racconta le vite dei camionisti viaggiando con loro
C’è Walter Lilli, 53 anni, camionista playboy che è salito su un camion per la prima volta a lavorare con il padre a 12 anni e ha cominciato a guidarlo senza patente, trasportando mobili dal nord al sud Italia e poi bestiame (esclusi i maiali perche’ difficili da far salire a bordo) in tutta Europa, soprattutto dell’Est, dove ha vissuto piccanti relazioni, anche se l’unica davvero importante è quella con la donna che ha sposato e che gli ha dato tre figli. C’è Adriano Ragazzo, che a 20 anni ha smesso di fare il muratore “mollando la cazzuola” per poter viaggiare e scoprire il mondo, conoscere persone nuove e culture diverse, cosa che non ha più smesso di fare da 41 anni, trasportando reti metalliche antifrana in zone estreme e a strapiombo sul vuoto senza mai avere un solo incidente. Continua a leggere