Il business dei porti interessa
alle banche, Unicredit in prima fila

“Più project financing per gli investimenti nei porti”, era stata la ricetta proposta dal presidente di Assaeroporti e Aiscat nonché vicepresidente di Unicredit, Fabrizio Palenzona, nel corso di un recente convegno a Trieste. ”È sorprendente”, aveva affermato Palenzona, “che il traffico nella relazione Far East Europa centrale, in and out, sia pressochè appoggiato totalmente sui porti del Nord Europa, non riuscendo i porti del Mediterraneo a svolgere una qualsivoglia funzione. L’idea di oggi, di Unicredit e delle imprese che lo sostengono, punta a recuperare quel mercato, allo stato quantificabile in almeno 4-5 milioni di Teu e così a investire rivelandosi un segno di coraggio e di innovazione che il nostro Paese darebbe alla comunità dei traffici”. Continua a leggere



Dalla Bei 500 milioni di euro
per le Autostrade “targate” Gavio

La Banca Europea per gli Investimenti (Bei) ha firmato quattro diversi contratti di finanziamento in favore della Società Sias SpA, holding del gruppo Autostradale Gavio, per un valore totale di 500 milioni di euro. Gli investimenti finanziati riguardano, principalmente, il completamento della Torino-Milano nella tratta tra Greggio (Vc) e il capoluogo lombardo, per circa 350 milioni, con un programma di lavori di circa quattro anni. Continua a leggere



Autotrasporti, aziende in fuga
migliaia di posti a rischio

Le più importanti  imprese di autotrasporto italiane costrette a fuggire all’estero, migliaia di dipendenti rimasti in Italia senza più un lavoro e destinati ad andare ad allungare la già chilometrica lista di cassintegrati, migliaia di piccole imprese rappresentanti l’indotto (basti pensare a officine meccaniche carrozzerie, gommisti….) rimaste senza commesse e costrette a loro volta a chiudere. E’ uno scenario da incubo quello che si prospetta nel mondo dell’autotrasporto italiano se il Governo non dovesse intervenire, in tempi rapidissimi, con  una  manovra mirata per aiutare un settore ormai sull’orlo del collasso. Dopo l’allarme lanciato ieri da Eleuterio Arcese, imprenditore a capo dell’omonimo gruppo  che vanta una flotta di oltre  mille mezzi pesanti e altrettanti dipendenti nel nostro Paese, pronto ad abbandonare l’Italia (“dove non esistono più le condizioni per poter lavorare senza essere sopraffatti dalla concorrenza straniera e da quella fuorilegge”, ha dichiarato senza mezzi termini) per trasferire ogni attività oltre confine, oggi Luciano Bergadano, a nome del gruppo Gavio, un altro colosso dell’autotrasporto italiano  (oltre 1500 mezzi pesanti e più di 3000 dipendenti) ha confermato la possibilità che anche il suo gruppo si possa trovare costretto a valutare l’ipotesi di  trasferire l’attività all’estero. Continua a leggere