Il nome ricalca la pronuncia del bergamasco “möes”, che tradotto dal dialetto significa “muoviti”. Un invito a non stare fermi, perché il movimento è benessere, fisico e mentale, ma anche a farlo senza fossilizzarsi su vecchi schemi, a scegliere “un nuovo modo di muoversi”. Frase che, del resto, è da subito diventata il motto di Moez, una realtà che da marzo 2019, in Largo Rezzara, in centro a Bergamo, è punto di riferimento per la sua specializzazione in biciclette a pedalata assistita per la città, per i viaggi e cargo bike. Un progetto imprenditoriale nato dalla visione “di una città che cambia” favorendo la mobilità sostenibile condivisa da due giovani imprenditori cresciuti con la passione per le biciclette in ogni loro forma, Andrea Cimò e Alessandro Caccia che nel 2012 Continua a leggere
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Una strada dedicata ai ricercatori universitari. L’idea è del mensile Focus
Una strada per i ricercatori universitari. Una via o una piazza. È questa la proposta del mensile Focus che nel numero d’agosto lancia una sfida ai Comuni italiani: dedicare una piazza o un via ai ricercatori, la categoria più trascurata di giovani dai quali dipende il nostro futuro. È un gesto simbolico, ma che può avere un valore importante per ricordare quanto sia fondamentale, per parlare di innovazione, di cambiamento o di rinnovamento, riportare la ricerca in Italia. La strada è ancora lunga, visto che dei 287 vincitori dei fondi distribuiti dal Consiglio europeo della ricerca solo otto ricercatori hanno scelto l’Italia come sede di lavoro, e uno solo era straniero. Continua a leggere
Litigi al volante? Ci arrabbiamo perché pensiamo di guidare meglio degli altri
Anche le persone più pacate si possono trasformare in tigri quando si mettono al volante della loro auto. L’abitacolo infatti si trasforma in una corazza e soprattutto nel traffico mal digeriamo la presenza di altri veicoli che interferiscono sui nostri spazi. Sono gli impulsivi i soggetti a maggior rischio lite anche in auto, lo ha mostrato uno studio dello psicologo Jerry Deffenbacher, dell’Università statale del Colorado. Si è anche visto che chi si arrabbia molto al volante, tende ad avere pensieri vendicativi (“Adesso ti supero!”), e ha più spesso una guida pericolosa. Continua a leggere