Schiavo dei tassisti. È questa la scritta fatta su un cartello messo in mano a un fantoccio con le sembianze del vicepremier Luigi Di Maio che dopo essere stato esposto, è stato prima impiccato e poi bruciato in piazza. Una scritta e gesti che bastano per comprendere quanto stia salendo la tensione nella protesta che i titolari di imprese di noleggio di auto con conducente, gli Ncc come vengono chiamati, hanno riportato in piazza a Roma appellandosi al presidente della Repubblica Sergio Mattarella per chiedere un confronto sulle norme varate dal governo “contro” la categoria. Continua a leggere
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Duecentomila lavoratori nel settore noleggio auto lasciati “a piedi” dal Governo?
È una battaglia per la sopravvivenza quella che 80mila imprenditori e circa 150mila loro dipendenti stanno combattendo contro una legge immaginata per regolamentare le attività di taxi e noleggio con conducente (Ncc) ma che è divenuta, nella realtà di tutti i giorni, un pericolosissimo ostacolo al proseguimento dell’attività. La norma, varata nel 2008, è quella che impone a chi esercita l’attività di Ncc di iniziare e terminare ogni servizio presso la sede della rimessa situata nel Comune che ha rilasciato l’autorizzazione. Una norma che per anni non è entrata in vigore solo grazie alla reazione degli interessati e alle proroghe che l’hanno “congelata”. Fino a quando, poche settimane fa, il Senato ha cancellato la proroga, spalancando le porte all’attuazione della legge. Continua a leggere