Il carburante proveniva dalla Libia, arrivava in Italia mediante navi cisterna di un armatore maltese e successivamente veniva distribuiti da una società attiva nel commercio all’ingrosso di prodotti petroliferi a depositi commerciali e distributori di benzina conosciuti come “pompe bianche”. Sarebbe questo il percorso compiuto da oltre 350 milioni di litri di carburante che in appena due anni, fra il 2016 e il 2017, sarebbero “entrati” in Italia, attraverso 30 viaggi via mare, per essere rivenduti sottocosto evadendo l’Iva per un importo di oltre 55 milioni di euro, “frutto” di fatture false emesse per un valore di 308 milioni di euro. Continua a leggere