“Nel nostro Paese non si vive, da anni, in una dimensione di crescita. Troppo spesso ogni scelta risponde più a considerazioni legate a interessi del momento che a esigenze concrete e reali di crescita, di cui la maggior parte si disinteressa totalmente”. Lo ha scritto Fabrizio Palenzona (nella foto), presidente onorario di Conftrasporto, in un intervento sul quotidiano Il Sole 24 Ore di martedì 8 febbraio, dedicato alle infrastrutture.
“Perché una politica infrastrutturale non si caratterizzi per un uso irrazionale e talune volte improduttivo delle risorse”, ha scritto Palenzona, “occorre che si realizzino alcune condizioni”. Occorre in via primaria “una reale ed effettiva apertura del mercato, oggi, soprattutto nel caso dei porti, sostanzialmente chiuso. Inoltre è indispensabile che si rispettino le regole europee in materia di aiuti di Stato: se un’impresa privata investe capitali propri non può vedere sorgere un’infrastruttura concorrente a pochi chilometri realizzata con capitali pubblici”.
Il secondo punto è “la certezza e la tutela del legittimo affidamento”, constatato che “le imprese straniere stanno ben lontane da un Paese non regolato, dove non si vive la concorrenza e dove gli investimenti non sono tutelati”.
Per concludere “la sussidiarietà orizzontale. Lo Stato non deve intervenire nella costruzione di infrastrutture se il privato non riesce da solo in virtù delle sue alleanze con il traffico. Semmai lo Stato deve mantenere, anche nella materia delle infrastrutture, un ruolo di regolazione pubblica e di controllo del rispetto delle regole”.