Scania, Volvo, Daimler, Man e Iveco. Sono queste le grandi imprese produttrici di camion finite nel mirino dell’antitrust della Commissione europea per la sospetta presenza di cartelli e accordi che avrebbero infranto le norme sulla libera concorrenza. Per questi motivi, martedì sono state effettuate delle ispezioni a sorpresa nelle sedi delle aziende. Controlli a tappeto, alla ricerca di prova sulla presunta esistenza di intese anticoncorrenziali.
Gli uomini di Bruxelles, coadiuvati da quelli delle authority antitrust nazionali, oltre che nelle sedi dell’Iveco e delle sue controllate, si sono recati quindi anche negli uffici di Scania, Volvo, Daimler e Man, vale a dire tutti i grandi produttori europei di camion e altri veicoli. Nulla è trapelato sui risultati delle perquisizioni condotte. In un comunicato la svedese Scania ha fatto sapere che le ispezioni avevano lo scopo di verificare se ci fossero stati in passato scambi di informazioni tra le imprese del settore andati oltre il lecito. Un portavoce ha poi precisato che le ispezioni sono state effettuate non solo nella sede sociale in Svezia, ma anche negli uffici Scania in Olanda, Belgio e Lussemburgo. Analoga sorte è toccata agli uffici della Volvo, azienda che controlla anche i marchi Renault Truck, Mack e UD Trucks e produce autobus. Anche le aziende tedesche Daimler e Man hanno confermato di aver ricevuto la “visita” degli ispettori europei.
I cinque gruppi, che si sono detti pronti a cooperare con l’antitrust europea, sarebbero già finiti dallo scorso settembre sotto la lente dell’autorità antitrust inglese in seguito al sospetto di intese illecite sui prezzi di vendita dei camion.
In una nota, la Commissione europea ha confermato di aver condotto la raffica di ispezioni nelle sedi dei principali costruttori europei di veicoli industriali in seguito all’esistenza di sospetti su presunte intese che avrebbero violato le norme sulla libera concorrenza. Ma ha anche precisato che le perquisizioni condotte e l’avvio dell’inchiesta non rappresentano una prova della colpevolezza degli indagati.
Da qualche anno, l’antitrust Ue ha intensificato la lotta ai cartelli e alle altre forme di intese anticoncorrenziali infliggendo ai responsabili pesanti multe. Le sanzioni possono arrivare fino al 10 per cento del fatturato annuo dell’impresa. Solo nel 2010 Bruxelles ha scoperto sette cartelli imponendo multe per un totale pari a poco meno di tre miliardi di euro.