In fondo gli italiani l’hanno presa meglio. Gli aumenti dei pedaggi autostradali e i rincari della benzina (anche oggi i listini sono stati ritoccati verso l’alto) sono stati digeriti tra il malcontento ma non ci sono state, almeno per ora, proteste clamorose. Gesti che invece si registrano in Grecia, dove gli automobilisti sono letteralmente infuriati per l’aumento dei pedaggi autostradali, che si sono aggiunti ai rincari di benzina e assicurazioni. Una volta arrivati ai caselli, molti automobilisti scendono dall’auto, alzano manualmente la barriera e proseguono senza pagare.
Nel mirino gli aumenti, di circa il 10 per cento, su tariffe considerate già elevate. Per fare un esempio, un’automobile di media cilindrata che da Atene voglia andare a Lamia, 200 chilometri a nord della capitale, prima pagava 7,5 euro e ora ne paga 9. E ciò si aggiunge a un aumento di oltre il 10 per cento della benzina e del diesel da dicembre, dopo altri costanti incrementi negli ultimi due anni.
Secondo i media ellenici, gli automobilisti che si rifiutano di pagare il pedaggio sono dal 20 al 50 per cento, mentre fonti del ministero dei Trasporti confermano il fatto anche se forniscono numeri più bassi. Per cercare di mettere un freno alla protesta, le società di gestione delle autostrade hanno ottenuto l’autorizzazione a filmare chi viola la legge e giustificano gli aumenti con la necessità di assicurare la manutenzione sulle strade. Una spiegazione che non convince gli automobilisti, che reputano gli aumenti eccessivi. Della stessa opinione il quotidiano conservatore Kathimerini che invita ad “aggiustare le strade, prima di aumentare di nuovo i pedaggi”, anche perché in passato ci sono stati aumenti senza miglioramenti della rete stradale.
Intanto gli automobilisti non si arrendono. Anzi, la rivolta si estende: secondo il quotidiano online Giungla si preparerebbe per domenica un grande blocco dei caselli da Salonicco, al Nord, fino al Peloponneso, al Sud.