Che lo smog sia la causa principale di molti problemi di salute è ormai certo. La novità è che ogni giorno si scoprono nuovi guai legati all’inquinamento atmosferico. Secondo uno studio presentato giovedì a Milano (in base agli autorevoli dati dell’Università degli Studi meneghina) lo smog provoca una leggera diminuzione del peso del neonato alla nascita, ma non determina altre conseguenze in rapporto al periodo di gestazione. Lo studio è stato condotto su 300mila gestanti in Lombardia, seguite fino al momento del parto.
Sono state divise nove zone della Lombardia a seconda dell’entità dell’inquinamento atmosferico. Sono stati valutati gli effetti che l’ambiente ha sul rendere il parto prematuro, sul peso alla nascita e sul ridotto sviluppo in base al periodo di gestazione. L’analisi è stata effettuata considerando l’azione di tre diversi parametri (Pm10, No2 e ozono), misurati da diverse stazioni di monitoraggio in tutto il territorio regionale. I risultati sono sostanzialmente omogenei, tranne una diminuzione di peso del feto di 5 grammi ogni 10 microgrammi di Pm10 medio.
E di aria ci si può ammalare fino a morirne. Secondo una ricerca sull’inquinamento condotta dal centro ricerche Jrc di Ispra, i lombardi vivono un anno e mezzo in meno rispetto agli altri italiani. Non solo, in Lombardia vi è il maggior numero di ricoveri al giorno, 30, per disturbi legati all’apparato respiratorio, compresi gli attacchi di asma. La mortalità “anticipata” dei lombardi rispetto al resto degli italiani riguarderebbe un numero di persone compreso fra le 13.500 e le 27mila all’anno.
Secondo il professor Bertazzi le morti a Milano attribuibili a queste esposizioni tossiche sono fra le 160 e le 200 all’anno. E fra le persone più suscettibili alle particelle irritanti ci sono i bambini. La relazione di Luigi Terracciano, pediatra della Macedonio Melloni, ha ricordato che “i piccoli sono più esposti al particolato”, che i danni sui loro apparati respiratori “sono più consistenti di quelli negli adulti” e che “negli ultimi anni sono aumentate considerevolmente le infezioni respiratorie fra i bambini milanesi di età scolare”.