È stato rinviato alla seconda metà di settembre il test nella nuova stazione sotterranea di Porta Susa, a Torino. Confermate soltanto le simulazioni previste oggi e domani 31 agosto: quelle non impattanti, che cioè non impongono la soppressione della fermata a Porta Susa. I test vogliono portare alla soluzione del problema dell’inquinamento atmosferico nella stazione, prodotto dai fumi delle motrici diesel ancora in servizio sulle linee non elettrificate. Ma perché il rinvio? Sul piatto della bilancia sono stati messi i sicuri disagi che avrebbero patito i pendolari, visto lo scarso preavviso e la ripresa a pieno regime dell’attività lavorativa. “Sarebbero sorti sicuramente dei problemi, indubbi i disagi per la clientela”, conferma l’assessore torinese ai Trasporti Barbara Bonino alla “Stampa”. “Proprio per questo che avevo sollevato delle perplessità. Mi fa piacere quindi che Rfi e Trenitalia si siano resi disponibili a modificare il loro programma di test per accogliere la nostra proposta”.
Il tema sarà trattato in una prossima riunione con Arpa, Asl, Comune, Rete Ferroviaria Italiana, Trenitalia e naturalmente la Regione. “Concerteremo”, aggiunge la Bonino, “le misure da mettere in atto per affrontare il problema dello smog provocato dai locomotori diesel in transito”.
Intanto la Procura di Torino ha aperto un fascicolo sul problema dello smog. “La nostra priorità”, conclude la Bonino, “è garantire la salute dei lavoratori di Porta Susa e degli utenti e quindi desideriamo al più presto che siano trovate delle soluzioni efficaci in attesa che il parco mezzi sia completamente ammodernato con locomotori elettrici”. No comment al momento delle Ferrovie: l’azienda, che ora preferisce lasciare la parola alla Regione, prende atto della richiesta e si adegua. Le motrici diesel in servizio sono circa 40, impiegate su linee diverse: Torino-Aosta, Torino-Novara, Torino-Biella, Torino-Vercelli, Torino-Stresa, Torino-Ivrea, Torino-Chivasso.