Orfano del suo motore, Marcellino Gavio, scomparso nel novembre del 2009, il colosso piemontese del settore trasporti e autostrade punta ora sui porti e sulle ferrovie. Questo il futuro disegnato per il gruppo Gavio dai figli Beniamino e Daniela, dai cugini Marcello e Raffaella (figli del fratello Pietro) guidati da Bruno Binasco. Ne dà notizia il quotidiano “Repubblica” di lunedì nel supplemento “Affari e Finanze”. “Da Trieste a Genova, passando per Savona e La Spezia, scendendo poi verso Sud con Civitavecchia e Taranto, in attesa di crescere ancora in Adriatico (probabilmente a Ravenna), le società del gruppo Gavio hanno costruito una rete di relazioni e di business complementari alle varie modalità di trasporto. Sfruttando in particolare le sinergie fra i porti e le ferrovie, scelta obbligata per un Paese ormai al limite del collasso per quanto riguarda il trasporto di merce su gomma” scrive Repubblica.
“Il primo passo è stato compiuto a Genova, primo porto d’Italia, nonché fulcro delle più importanti sfide logistiche del futuro del Bel Paese. Le banchine della Lanterna sono infatti il punto di partenza del corridoio internazionale che arriva, via treno, fino a Rotterdam, con la benedizione dell’Unione Europea. A corredo del progetto sono già scattati i lavori del nodo ferroviario di Genova (costo, 700 milioni di euro) e del Terzo Valico dei Giovi (5 miliardi), per bucare gli Appennini e uscire proprio nella piana di Tortona, guarda caso quartier generale e storica base operativa del gruppo Gavio”.
”Dall’alleanza con l’ex presidente della Camera di Commercio e del Genoa Calcio Gianni Scerni – prosegue l’articolo a firma di Massimo Minella – è nata la prima esperienza “terminalistica” (concessione di una banchina) di Gavio con il Terminal San Giorgio. Il passo successivo, attraverso la finanziaria Argo, è stato l’anno scorso l’acquisto dal gruppo Clerici Logistics del Terminal Frutta. Terzo passo, appena compiuto, la vittoria nella gara per il Terminal Multipurpose, anche questa volta in alleanza con un big del settore, il gruppo armatoriale Messina, prima compagnia di linea italiana. Finito? Per nulla, perché Gavio ha già manifestato l’intenzione di correre per un’altra fetta di porto genovese prossima a essere messa in gara, la Calata Bettolo. Andasse in porto anche questa operazione, il gruppo si troverebbe a gestire insieme ai suoi partner oltre mezzo milione di metri quadrati di aree”.
Gavio si è mosso anche sul versante di La Spezia e di Savona. Il gruppo “segue con grande attenzione anche l’accresciuto interesse di Unicredit per la portualità italiana. Attraverso la controllata Unicredit Logistics, infatti, il colosso bancario sta mettendo a punto una rete di interventi sui porti di Genova e di Trieste, con relative connessioni retroportuali. Tema discusso la scorsa settimana dall’amministratore delegato di Unicredit Alessandro Profumo, dal vicepresidente di Unicredit Logistics Maurizio Maresca e ancora da Bruno Binasco”, prosegue il supplemento del quotidiano diretto da Ezio Mauro.
In parallelo si muovono progetti su Civitavecchia, Trieste e Taranto. In Friuli e in Puglia Gavio vuole realizzare una grande piattaforma logistica al servizio di tutte le banchine. E Ravenna? Anche questo porto pare essere nel mirino dei piemontesi.