Sotto l’asfalto c’era la frode: 17 società coinvolte nell’inchiesta sulle manutenzioni stradali

Manette ai polsi per cinque persone, rinchiuse in carcere, e divieto di poter lavorare con la Pubblica amministrazione per 17 società: è questo il bilancio di un’inchiesta della Guardia di Finanza di Roma che avrebbe permesso di scoprire un sistema di corruzione nel settore dei lavori pubblici, con particolare riferimento agli appalti per la manutenzione stradale. I reati contestati vanno dall’associazione per delinquere alla corruzione, alla turbativa d’asta, alla frode nelle pubbliche forniture, al trasferimento fraudolento di valori e alla bancarotta fraudolenta. Le imprese coinvolte, apparentemente senza alcun legame tra loro, sarebbero in vece state “legatissime tra loro”, secondo l’accusa, tra loro, perché in realtà riconducibili a un unico gruppo imprenditoriale attivo nel settore dei lavori stradali che, attraverso una rete di società intestate a prestanome, avrebbe  aggirato le procedure di gara, partecipando a più gare d’appalto indette da Roma Capitale e da Astral, l’Azienda strade Lazio , simulando una falsa concorrenza. E con le aggiudicazioni che, in diversi casi, sarebbero state ottenute grazie alla corruzione. E, come non bastasse, le indagini havrebbero evidenziato anche violazioni nell’esecuzione degli appalt, con la realizzazione di spessori di asfalto inferiori a quelli stabilito nei capitolati,  utilizzato per di più “materiali di qualità e quantità non conformi rispetto a quanto previsto dai contratti” per ridurre i costi e aumentare i guadagni mettendo così potenzialmente a rischio anche la sicurezza stradale.