Preoccupazione “per alcune decisioni europee sulla sostenibilità”. A esprimerla, di fronte a una platea composta dai più importanti rappresentanti del mondo imprenditoriale e istituzionale, rappresentato fra gli altri dal ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, da quello dell’Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin e dal Sottosegretario delle Infrastrutture e dei trasporti Antonio Iannone, è stato il presidente di Alis Guido Grimaldi pronto a motivare le ragioni della preoccupazione: “perché gli obiettivi ambientali sono nobili e condivisibili, ma oggi risultano anacronistici rispetto alle modalità d’attuazione e ai tempi”, come ha affermato in occasione dell’evento “Alis a villa Borghese” andato in scena all’interno di Piazza di Siena, nel pieno centro di Roma. Un evento, moderato dalle giornaliste Monica Maggioni e Nathania Zevi, durante il quale il presidente dell’associazione (“che oggi conta 2.400 soci, 425 mila lavoratori e un fatturato aggregato di 117 miliardi di euro, con le eccellenze imprenditoriali italiane che continuano a rafforzare la nostra posizione globale, ad attrarre investimenti strategici per il nostro Paese e a valorizzare l’export italiano, asset chiave per la nostra economia e per la promozione del Made in Italy nel mondo, che si conferma un brand di valore inestimabile, capace di conquistare mercati importanti che possono inoltre far apprezzare la bellezza e la qualità del nostro Paese” come ha sottolineato lo stesso Guido Grimaldi ) ha puntato i riflettori sul valore del Made in Italy ma, al tempo stesso, sui timori nei confronti di normative europee in materia di sostenibilità, come l’Ets ed il Fuel Ue applicati al trasporto marittimo. “Non possiamo assolutamente permetterci di perdere competitività imponendo alle nostre imprese vincoli che altri attori globali non hanno e, inoltre, non possiamo pensare di decarbonizzare il mondo agendo in modo regionale e marginale, mentre la politica dovrebbe essere univoca e globale” ha dichiarato il numero uno di Alis. “Pertanto, ci auguriamo che ciò che proviene dal mare ritorni al mare, ovvero che le tasse pagate dal nostro settore e quindi da armatori ed autotrasportatori ritornino al nostro settore in forma di incentivi come il virtuoso Sea Modal Shift, oggi ridotto a soli 20 milioni all’anno. Auspichiamo quindi che la dotazione finanziaria per questo strumento incentivante sia portata a 100 milioni al fine di sostenere i campioni nazionali della logistica che promuovono il Made in Italy nel mondo”.