Automotive, ovvero “tutto quanto fa auto”: dalla progettazione alla produzione fino alla pubblicizzazione e alla vendita dei veicoli. Un mondo tanto vasto quanto importante per l’economia italiana ed europea, considerando che alla filiera di industrie coinvolte nella produzione automobilistica si aggiunge quella di chi realizza tutta la componentistica, che oggi sta letteralmente viaggiando verso un baratro. Rappresentato, per la precisione, da una “crisi irreversibile, stretta tra regolamenti dell’Unione europea sulle emissioni spesso irrealistici e fattori critici legati alla geopolitica e alla macroeconomia internazionale, che ne stanno influenzando le prospettive di sviluppo”, come ha affermato Mariarosa Baroni, presidente dell’Osservatorio per la transizione dei trasporti (organismo nato nel maggio 2024 su iniziativa di NGV Italy, Confartigianato, Federauto e Unem) facendo “suonare a tutto volume” l’allarme per il mondo automotive in occasione della presentazione a Bruxelles , nella sede del Parlamento Europeo del documento “Verso una transizione non ideologica dell’automotive e dei trasporti” basato su otto punti strategici ritenuti indispensabili per rendere più razionale e meno ideologico il processo di transizione dell’automotive e dei trasporti. Un “position paper” (come viene definita un’analisi realizzata con l’obiettivo di un documento che espone in modo chiaro e sintetico una posizione o un punto di vista su un argomento specifico) presentato per contrastare l’“Industrial action plan for the european automotive sector”, presentato nel marzo scorso dalla Commissione europea, accusato senza mezzi termini di “continuare nel solco di un’impostazione dirigistica e strategicamente debole che ignora il principio di neutralità tecnologica, il contributo dei carburanti rinnovabili per i target di decarbonizzazione e misure compatibili con le dinamiche di mercato e a sostegno della filiera dell’automotive e dei trasporti”. Un approccio, quello del Piano d’azione industriale per il settore automobilistico europeo, che “senza un netto cambio di strategia che metta al centro i target di decarbonizzazione e non quelli dell’elettrificazione, rischia di compromettere definitivamente la leadership italiana ed europea nel settore dell’automotive e delle energie connesse, con un impatto drastico sull’occupazione e sull’intero tessuto industriale e produttivo”, come ha sottolineato Mariarosa Baroni, “in una fase estremamente delicata per il futuro dell’automotive europeo. E che rischia una crisi irreversibile”.