La realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina diventa un caso giudiziario dopo il deposito in Tribunale a Roma di un ricorso collettivo contro la società Stretto di Messina Spa. Un ricorso nel quale ben 104 persone chiedono ai magistrati di accertare “un’eventuale responsabilità della società e un eventuale danno ingiusto che potrebbe esser provocato per la presunta violazione del dovere di diligenza, correttezza e buona fede in seguito alla decisione di proseguire le attività per costruire il ponte tra Calabria e Sicilia. E questo anche alla luce del fatto che, sempre secondo i firmatari del ricorso, il nuovo progetto “non avrebbe alcun reale interesse strategico e non sarebbe fattibile sotto i profili ambientali, strutturali ed economici”. Secondo i ricorrenti la società Stretto di Messina starebbe in pratica violando norme nazionali e comunitarie agendo, di conseguenza, in modo illegittimo. Gli avvocati Aurora Notarianni, Giuseppe Vitarelli e Antonino De Luca del Foro di Messina, e da Maria Grazia Fedele del Foro di Reggio Calabria,che rappresentano il nutritissimo gruppo di cittadini, mirano a ottenere dal Tribunale “la cessazione immediata da parte della società Stretto di Messina, di ogni atto o comportamento pregiudizievole dei diritti e degli interessi collettivi e diffusi e giuridicamente protetti, di ogni attività tendente all’approvazione del progetto definitivo ed esecutivo, di ogni comportamento relativo al riavvio dell’attività di progettazione dell’opera”. Cosa potrebbe accadere ora? Se i magistrati dovessero ritenere legittimo il ricorso, potrebbero far cessare ogni attività negoziale e la stipula di ulteriori attività che possano rappresentare ulteriori costi. Il cont down per conoscere la data dell’udienza è scattato.