Ora non sarebbero neppure efficaci contro lo smog. I Fap, filtri antiparticolato, che la Regione Lombardia sostiene con un contributo e fa adottare alle auto e ai camion diesel in transito dalla Lombardia come misura contro lo smog sono finiti sul banco degli imputati. “Anziché ridurre l’emissione delle polveri sottili”, scrive il quotidiano Repubblica, “potrebbero mettere in circolazione nanopolveri ancora più pericolose per la salute. È la tesi di un esposto inviato nei giorni scorsi in procura ai pm che indagano sullo smog, il procuratore aggiunto Nicola Cerrato e il sostituto procuratore Giulio Benedetti, titolari dell’inchiesta che ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati del governatore Roberto Formigoni, del sindaco Letizia Moratti, del presidente della Provincia Guido Podestà e del suo predecessore Filippo Penati”.
L’accusa arriva direttamente da un’azienda che produce gli stessi Fap, la Dukic di Vicenza, che chiede pure di accertare “quali siano le ditte in possesso dell’omologazione ministeriale per montare sulle macchine i Fap. La richiesta – scrive ancora Repubblica – sembra dar voce al disagio di molte imprese che da tempo hanno chiesto al ministero dei Trasporti l’autorizzazione a produrre i filtri senza però che la loro pratica sia stata mai evasa. Finora solo la Pirelli e poche altre aziende sono riuscite a ottenerla. Su un’ipotesi di un’alterazione del regime di concorrenza e sulla reale efficacia dei filtri, inoltre, è aperto un contenzioso al Tar lombardo. Lo ha promosso, contro la Regione, la Fiap, la federazione degli autotrasporti professionali, rappresentata dall’avvocato Davide D’Ippolito”. “Gli autotrasporatori – si legge ancora su Repubblica, ma qui non è corretto generalizzare visto che soltanto la sigla Trasporto Unito ha sottoscritto il ricorso, osteggiato invece dalla Fai, per esempio, che come è noto rappresenta la maggioranza delle aziende strutturate di autotrasporto – appoggiati anche dal Codacons (mentre in sostegno della Regione si sono schierati la Cna e la Confartigianato), chiedevano che fossero sospesi i provvedimenti che impongono l’adozione dei Fap. Il 27 gennaio i giudici del tribunale amministrativo regionale hanno rigettato la richiesta di sospensiva ma hanno fissato subito, al 27 aprile, un’udienza per entrare nel merito: «la valutazione di complesse questioni», scrivono i giudici, rendono necessaria «la trattazione in sede di pubblica udienza»”.