La burocrazia fa brutti scherzi. In questi casi il tempo perso, i fastidi vari e le arrabbiature sono la norma. Proprio con la burocrazia ha dovuto fare i conti un autista, dipendente di un’azienda di autotrasporti in conto terzi con sede in Piemonte, che si è recato a effettuare un trasporto di merci in territorio francese. Ve lo raccontiamo. Durante il viaggio, su un’autostrada francese, alle 22 il veicolo è stato fermato da un posto di controllo della Ddo (equivalente al nostro Ispettorato del lavoro). Il funzionario ha ritirato la licenza comunitaria, la carta di circolazione del veicolo, la lettera di vettura Cmr e i dischi di registrazione del cronotachigrafo e ha comunicato di voler procedere al completamento del controllo il giorno successivo.
L’accertatore ha comunicato quanto riportato, avvalendosi di uno stampato a colori (nella foto) consegnato all’autista “incredulo”, sul quale erano indicati i recapiti telefonici e il nominativo del funzionario; una piantina urbana con l’indicazione del luogo dove si sarebbe svolto, il giorno successivo, il controllo con tanto di fotografia dell’edificio dell’autorità; l’indicazione di una somma che il conducente avrebbe dovuto portare con sé (1.905 euro); i luoghi dove l’autista avrebbe trovato parcheggio e, addirittura, l’ubicazione degli sportelli bancari dove effettuare il prelievo di denaro che l’accertatore suggeriva di avere al seguito, con tanto di loghi di banche e società emettitrici di carte di credito.
Il titolare, incredulo della storia bizzarra raccontata dall’autista, ha allora provato a verificare con l’autorità cosa stava accadendo. Solo nella tarda mattinata del giorno successivo è riuscito a mettersi in contatto con un funzionario che gli ha confermato che il conducente dovrà recarsi al posto di controllo, come già comunicato, solo tra le 14 e le 17.
L’autista, allibito dall’accaduto, ma anche curioso di capire e vedere come si sarebbe conclusa quell’incredibile storia, ha interrotto il suo viaggio e, non potendo fare altrimenti, si è presentato all’appuntamento prestabilito, ovviamente senza avere al seguito il denaro.
Il funzionario ha quindi completato il controllo dei documenti, concludendo che nessuna violazione era stata commessa dall’autista e quindi nulla era dovuto. Terminato il controllo, infatti, l’agente ha invitato l’autista a riprendere “tranquillamente” il suo viaggio con 17 ore di ritardo rispetto alla tabella di marcia per cause legate alle “esigenze di legalità”.